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Gravissimo dopo un infarto in strada, si riprende: la famiglia ringrazia i soccorritori

Antonio Piselli, soccorso da un vigile del fuoco dopo essere stato colpito da un malore, è tornato a casa dopo la degenza ospedaliera

A cura di Redazione
15 gennaio 2024 17:54
Gravissimo dopo un infarto in strada, si riprende: la famiglia ringrazia i soccorritori - Il Vigile del Fuoco Davide Bartoli con Antonio Piselli
Il Vigile del Fuoco Davide Bartoli con Antonio Piselli
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di Riccardo Giannini

È stato un regalo di Natale posticipato per la famiglia Piselli. Antonio, 75 anni, ex Carabiniere molto noto in Alta Valmarecchia, è stato dimesso mercoledì 10 gennaio dopo 24 giorni di ricovero nel reparto di cardiologia dell’ospedale Infermi di Rimini. A salvargli la vita, domenica 17 dicembre, è stato un Vigile del Fuoco di Novafeltria, Davide Bartolini, che lo ha soccorso in via Cà di Vico. Antonio stava camminando quando è stato colpito da malore, ma il pronto intervento di Bartolini, seguito poi da quello operato dal personale della Croce Verde, è stato determinante nel salvargli la vita.

Bartolini, peraltro, è un caro amico della famiglia Piselli, residente a Talamello: “Gli saremo eternamente grati, io e mio fratello Mirko. Saremo grati a lui, a tutte le persone che hanno aiutato nostro padre, al personale medico. Con Davide sì, c’è una bella amicizia. Ci separano due anni di differenza. Da ragazzini andavamo a giocare insieme nel campetto di Ca’ Fusino (non lontano dalla via Cà di Vico, n.d.r.)”.

Il ritorno a casa di Antonio, dopo l’operazione e la degenza ospedaliera, è stato un gradito regalo natalizio posticipato: “In realtà io parlerei del miracolo di Natale, perché già prima dello scorso 25 dicembre si stava riprendendo. È stato un crescendo già dal terzo, quarto giorno di ricovero. Il percorso è lungo, ma siamo felici“. Giuseppe Piselli parla di una “seconda opportunità”: “Sì, è difficile descrivere cosa proviamo. Ma siamo passati da quella triste serata, in cui l’avevamo praticamente perso, all’averlo qui ancora con noi, a potergli parlare. Siamo strafelici”.

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