I monumenti che non smettono di raccontare, la grande prua della memoria e la vicenda incredibile
Scopri il Cimitero Monumentale di Rimini, museo all’aperto di scultura funeraria: arte, storia e curiosità nella città di Fellini.

Il Cimitero Monumentale di Rimini, inaugurato nel 1813, rappresenta uno dei luoghi più affascinanti e meno conosciuti della città, una vera e propria enciclopedia di pietra che custodisce due secoli di memoria cittadina. Non si tratta soltanto di un sito destinato al culto dei defunti, ma di un museo all’aperto in cui arte, architettura e storia si fondono con una forza emotiva unica. Il viale d’ingresso, pavimentato in lastre di porfido rosso, conduce il visitatore attraverso un percorso fatto di cappelle gentilizie, monumenti neoclassici e moderne installazioni commemorative, incorniciati da alberi secolari e giardini curati.
Passeggiare tra queste tombe è come percorrere un romanzo storico scolpito nel marmo, dove ogni lapide racconta non solo un nome, ma una storia, un’epoca, una visione del mondo. Il cimitero conserva numerosi esempi di arte scultorea funeraria realizzati tra Ottocento e Novecento, opere commissionate da famiglie nobili riminesi e da personaggi illustri della borghesia locale. A colpire, però, tra le tante architetture funebri, è senza dubbio la Grande Prua, il monumento che più di tutti ha contribuito a trasformare il camposanto in simbolo culturale cittadino.
La scultura che ha stregato Rimini
Posta poco oltre l’ingresso principale, la Grande Prua domina la prospettiva centrale del cimitero con la sua forma evocativa e potente. Si tratta di un’opera in bronzo brunito, alta diversi metri, progettata e realizzata dal celebre scultore Arnaldo Pomodoro per accogliere le spoglie di Federico Fellini e Giulietta Masina. La struttura, che richiama la prua di una nave pronta al varo, è sospesa su una vasca d’acqua riflettente: il simbolo dell’ultimo viaggio, il passaggio finale oltre il visibile.
L’opera richiama visivamente i grandi temi del cinema di Fellini: il sogno, il viaggio, la memoria, la dissolvenza. Richiami espliciti a film come E la nave va e Amarcord sono presenti nella scelta dei volumi, nel trattamento delle superfici, nell’impianto scenografico. Realizzata nel 1994, la scultura fu oggetto di un restauro conservativo nel 2023, dopo un atto vandalico che aveva danneggiato la base e parte delle iscrizioni. La Fondazione Pomodoro, insieme al Comune di Rimini, ha riportato l’opera allo splendore originale, rendendola nuovamente fruibile come epicentro culturale del camposanto.
Attorno alla Grande Prua si trovano altre sculture commemorative firmate da artisti locali, molte delle quali reinterpretano simboli della tradizione funeraria – come l’ancora, il serpente che si morde la coda (l’uroboro), la colomba – in chiave moderna. Queste opere, unite alla Prua di Pomodoro, fanno del cimitero uno dei luoghi d’arte pubblica più significativi dell’Emilia-Romagna.
Un museo fra tombe e storie
Il Cimitero Monumentale di Rimini custodisce le sepolture di numerosi personaggi celebri della storia locale e nazionale. Tra queste spicca quella di René Gruau, illustratore di fama internazionale, la cui tomba è decorata con un raffinato mosaico in marmo e bronzo che richiama le sue illustrazioni per Dior e per l’haute couture parigina. Accanto a lui riposa il fotografo Marco Pesaresi, a cui è dedicato un monumento sobrio ma carico di intensità emotiva, realizzato in travertino grezzo con iscrizioni minimali.
Un’altra tomba che colpisce è quella del motociclista Renzo Pasolini, leggenda del motociclismo italiano, omaggiato con una scultura raffigurante il suo casco da gara e fotografie storiche incastonate nel marmo. L’intera area è percorsa da una mappa narrativa che, tramite QR code, consente al visitatore di scoprire biografie, aneddoti e iconografie funerarie tipiche della Romagna.
Il cimitero ospita anche visite guidate periodiche: i tour accompagnano il pubblico alla scoperta dei simboli incisi sulle tombe, fiamme rovesciate, mani incrociate – e delle trasformazioni architettoniche che il cimitero ha subito in due secoli di storia, includendo ampliamenti neoclassici, padiglioni liberty e colonnati razionalisti.