Il borgo dell’Emilia Romagna che domina due mari, nasconde un'antica leggenda e non lo conosci

Nel cuore dell’Emilia Romagna, esiste un borgo che stupisce per i suoi panorami su due mari e un misterioso legame con l’Impero Romano!

A cura di Redazione
25 agosto 2025 10:00
Il borgo dell’Emilia Romagna che domina due mari, nasconde un'antica leggenda e non lo conosci - Foto: Andreik2900/Wikipedia
Foto: Andreik2900/Wikipedia
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Dove finisce la Romagna agricola e inizia la leggenda

Incastonato tra le colline di Cesena e la vallata del Rubicone, Montiano è un borgo poco conosciuto, ma ricco di storia, paesaggi mozzafiato e misteri antichi. Dalla sommità del suo promontorio si gode una vista talmente ampia da permettere, nelle giornate limpide, di scorgere sia l’Adriatico che, all’orizzonte, i riflessi dell’altra sponda balcanica: uno spettacolo che gli valse l’antico nome di Mons Janus, il “Monte di Giano”, divinità bifronte capace di guardare verso il passato e il futuro.

La sua origine è antichissima: documenti attestano la presenza di un insediamento romano già in epoca repubblicana. Il castello, fulcro del borgo, compare nei documenti nel 1100 e venne ampliato dai Malatesta, che ne fecero un baluardo di controllo sul territorio cesenate. Oggi della rocca restano due torri merlate e tratti di cinta muraria perfettamente conservati, che trasformano una semplice passeggiata in un viaggio indietro nel tempo.

Un borgo di panorami infiniti, teatro all’aperto e vino antico

Il cuore di Montiano pulsa attorno a Piazza Maggiore, dove la pietra si intreccia con la luce del tramonto e dove ogni estate va in scena un teatro all’aperto che richiama compagnie da tutta Italia. Qui si trova anche la Chiesa di San Francesco, che custodisce una tela seicentesca attribuita alla scuola del Guercino. Poco distante, si apre la casa museo “La Finestra sul Mare”, una piccola galleria di arte contemporanea che espone opere ispirate al paesaggio circostante.
Fonte: Valle Savio Turismo – Montiano

Ma Montiano è anche terra di vini antichi. Il suo microclima favorisce da secoli la coltivazione della vite: già in età malatestiana si producevano vini rossi da uve Sangiovese, oggi riscoperti da giovani vignaioli locali. Camminando tra i filari, si può incontrare il “Pozzo delle Leggende”, da cui secondo la tradizione sgorgava acqua “più dolce del vino” e che sarebbe stato benedetto da San Ruffillo in persona.

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