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Il congresso dei Medici di Medicina Generale premia la sezione riminese della Fimmg

La sezione ha ricevuto il premio in virtù del fatto che 10 dei 15 membri del suo consiglio direttivo hanno un'età pari o inferiore a 50 anni, e ben 10 sono donne

A cura di Redazione
03 ottobre 2023 10:52
Il congresso dei Medici di Medicina Generale premia la sezione riminese della Fimmg - Foto di repertorio
Foto di repertorio
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Il primo giorno del Congresso Nazionale FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), attualmente in corso a Villasimius, è stato caratterizzato da un momento ormai tradizionale: la consegna del Premio Mario Boni. Questo premio, dedicato al medico simbolo della Fimmg scomparso nel 1995, viene assegnato a medici che si sono distinti per merito, coraggio, abnegazione e sacrificio nella loro professione. Quest’anno, il premio è stato consegnato alla Sezione Provinciale di Rimini, composta principalmente da giovani e donne.

La sezione di Rimini ha ricevuto il premio in virtù del fatto che 10 dei 15 membri del suo consiglio direttivo hanno un’età pari o inferiore a 50 anni, e ben 10 sono donne. Nel corso della cerimonia di premiazione, il Segretario Scotti ha sottolineato l’importanza del ruolo dei colleghi uomini nel promuovere solidarietà e uguaglianza di genere.

Il Segretario Provinciale FIMMG di Rimini Dott.ssa Giulia Grossi ha ritirato il premio in rappresentanza della sezione, esprimendo gratitudine sia per sé che per tutto il consiglio direttivo. Ha sottolineato che questo riconoscimento costituisce un auspicio per il futuro, in cui si spera di vedere sempre più donne attive non solo nella pratica medica, ma anche nei ruoli di rappresentanza e leadership.

Nel suo discorso di accompagnamento al premio, ha riflettuto sul futuro prossimo della professione medica, sottolineando l’importanza di rivedere la professione con un’ottica di equità di genere anziché semplicemente parità di genere. Q

“L’equità di genere” ha detto la Dott.ssa Grossi “rispetto alla parità mi fa pensare ad una professione ridisegnata per accogliere femminile e maschile valorizzando le differenze, nei ritmi lavorativi, nelle esigenze di conciliare il lavoro con la vita privata, una professione che pensa più al concetto di genitorialità piuttosto che solo a quello femminile di maternità, una professione nella quale diventerà ordinario anche per il genere femminile dedicarsi all’impegno sindacale, ordinistico e nelle società scientifiche.”

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