Il consigliere regionale Matteo Montevecchi lascia la Lega

“Non bastano più slogan ripetutamente disattesi. Per il futuro serve un nuovo coraggioso progetto politico”

Matteo Montevecchi

“Formalizzo la mia uscita da una Lega che ha smarrito coerenza e identità, dal partito nessun mea culpa sugli errori degli ultimi anni, dal sostegno a Draghi e al Green Pass, fino ad arrivare all’appiattimento su guerra e invio armi a Kiev. Per non parlare della linea confusa sui temi valoriali, dove la corrente “liberal” la fa da padrone. Non bastano più slogan ripetutamente disattesi. Le parole devono essere seguite dai fatti. Per il futuro serve un nuovo coraggioso progetto politico che sia in grado di manifestare qualcosa di diverso”. Lo ha detto il consigliere regionale Matteo Montevecchi, che lascia la Lega, pur rimanendo in Assemblea legislativa.
Nel recente passato Montevecchi era salito più volte agli onori della cronaca anche nazionale, tra le altre cose, per avere attaccato la sorella di Giulia Cecchettin, Elena parlando di un “ormai inesistente patriarcato” e stigmatizzando l’uso di simboli a suo dire satanisti nelle immagini pubblicate sui social dalla giovane veneta; per avere contestato il disegno di un uomo che allatta un bambino apparso su un muro nei pressi del porto di Rimini definendo l’opera il “frutto della peggior ideologia perversa transfemminista” e per avere chiesto le dimissioni del ministro dell’Istruzione e del Merito in quota Lega, Giuseppe Valditara, che aveva nominato Paola Concia come coordinatrice del progetto nelle scuole ‘Educare alle relazioni’. Nomina poi ritirata.

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