Il Governo sottrae risorse per l’alluvione, Bonaccini e sindaci: "Ci tolgono 850 milioni"
Il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e i sindaci delle zone colpite dall’alluvione criticano la decisione del Governo di ridistribuire i fondi inizialmente destinati alle imprese colpite


Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, e i sindaci delle zone colpite dall’alluvione, sostengono che il Governo stia sottraendo risorse invece di fornirne di più. Sono particolarmente contrariati dalla decisione di destinare 300 milioni di euro dei circa 1,2 miliardi inizialmente messi a disposizione delle imprese colpite alla ricostruzione privata. Bonaccini definisce la situazione “clamorosa” e chiede spiegazioni sul perché non vengano messi a disposizione anche gli altri 850 milioni.
Il pacchetto da poco meno di 1,2 miliardi è l’oggetto del primo dei tre emendamenti presentati in Parlamento da amministratori e forze sociali dell’Emilia-Romagna. Il timore è che i fondi non spesi tornino alla spesa generale dello Stato e vengano sottratti alla ricostruzione in Romagna. Gli altri due emendamenti riguardano l’utilizzo del credito di imposta sul modello del terremoto del 2012 e il rafforzamento delle strutture tecniche degli enti pubblici che devono realizzare la ricostruzione.
Bonaccini ha ribadito la necessità di queste proposte durante una conferenza stampa con i sindaci Michele De Pascale (Ravenna) ed Enzo Lattuca (Cesena), oltre a Marco Monesi della Città metropolitana di Bologna. De Pascale ricorda che è passato un mese dalla lettera di Bonaccini a Meloni, dove venivano fatte queste proposte di buon senso e non strumentali. Lattuca sottolinea che c’è un miliardo di euro su un binario morto, anche se è conteggiato dal Governo quando parla di alluvione. Sostiene che è inspiegabile che queste risorse rimangano dove sono oggi, dato che il tempo è un fattore decisivo.