Il lago segreto dell’Appennino: a Pennabilli c’è uno specchio d’acqua così raro che pare un miraggio
Nel cuore di Pennabilli, in Emilia-Romagna, esiste il Lago di Andreuccio: un gioiello nascosto tra i monti con una storia sorprendente

Un lago incastonato tra i monti della Romagna
Nel cuore selvaggio dell’Appennino romagnolo, a pochi chilometri dal suggestivo borgo di Pennabilli, si cela un luogo che pochi conoscono, ma che lascia un segno indelebile in chi lo scopre: il Lago di Andreuccio. Si trova in località Soanne, immerso in una conca naturale a circa 550 metri sul livello del mare, nel punto in cui le colline iniziano a salire verso le montagne del Montefeltro. È un angolo di Romagna intatto e silenzioso, che sorprende chiunque vi si avventuri.
Questo piccolo specchio d’acqua, è avvolto da un’aura quasi magica: la sua posizione appartata, la quiete assoluta e l’abbondanza di vegetazione lo rendono un luogo fuori dal tempo.
Il Lago è un invaso artificiale costruito negli anni '70 come luogo di svago per turisti. Nel lago si pratica la pesca sportiva. Il fondale è profondo, scuro e compatto, e le sue acque riflettono come uno specchio le chiome fitte di faggi, cerri, castagni e aceri. In certi momenti della giornata, soprattutto all’alba o al tramonto, il lago sembra sparire dentro i suoi stessi riflessi, creando un effetto visivo quasi ipnotico.
Il Lago di Andreuccio è puro silenzio e natura vergine. Ed è proprio questa assenza di infrastrutture che lo rende così affascinante.
Storia, escursionismo e silenzio assoluto
Nel corso degli anni, il Lago di Andreuccio è diventato una meta discreta per amanti della natura, escursionisti e camminatori solitari, che cercano luoghi poco battuti e privi di contaminazioni artificiali. Per raggiungerlo si parte dal borgo medievale di Soanne, una frazione collinare di Pennabilli, e si percorre un sentiero che attraversa boschi densi, campi aperti, vecchi casolari in pietra e persino tratti ombreggiati scavati nella terra. Si tratta di un itinerario adatto sia agli escursionisti a piedi sia ai biker, privo di difficoltà tecniche ma immerso in una natura integra.
Il sentiero, che si può percorrere in meno di un’ora, fa parte di alcuni anelli escursionistici che collegano Soanne al Monte Carpegna, e rientra nel circuito del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, una delle aree protette più affascinanti dell’Emilia-Romagna. Una volta arrivati, ci si trova improvvisamente davanti al lago. Non ci sono rumori a parte quelli della fauna: uccelli, grilli, caprioli. E forse, con un po’ di fortuna, la volpe che abita la zona e ogni tanto compare tra le fronde.
In passato, il sito è stato al centro di piccoli interventi ambientali da parte di gruppi locali, come operazioni di pulizia, segnalazione sentieri e valorizzazione didattica. È rimasto un luogo autentico, dove la gente va per scelta e rispetto, non per moda.
Chi lo visita racconta di un senso di isolamento positivo, quasi terapeutico. È uno dei pochi posti in Romagna dove si può ancora ascoltare il proprio respiro e il suono dell’acqua che gocciola tra le rocce.