Il paradiso che nessuno ti ha mai mostrato: l’Oasi di Ferrara e il suo lato meraviglioso tra le Vallette
Scopri le Vallette di Ostellato a Ferrara: specie di uccelli, laghi di bonifica e un osservatorio astronomico unico!

Le Vallette di Ostellato, una lingua d’acqua dolce lunga circa 10 km, costituiscono l’ultimo frammento sopravvissuto delle antiche Valli del Mezzano, in provincia di Ferrara. Situate in piena pianura padana, tra canali di bonifica, laghi artificiali e vegetazione spontanea, queste aree umide sono oggi riconosciute tra le più importanti oasi naturalistiche dell’Emilia‑Romagna. Un tempo vaste paludi salmastre a ridosso del Delta del Po, oggi le Vallette si presentano come un paradiso per appassionati di birdwatching, fotografia naturalistica e cicloturismo lento, dove flora e fauna convivono in un ecosistema in costante equilibrio.
L’area è classificata come Zona di Protezione Speciale (ZPS) nell’ambito della Rete Natura 2000, nonché sito Ramsar, riconosciuto a livello internazionale per l’importanza delle sue zone umide. I dati confermano la sua unicità: oltre 150 specie di uccelli acquatici hanno trovato rifugio in quest’area, molte delle quali migratrici protette. Tra queste, spiccano 9 specie di aironi – tra cui airone bianco maggiore, cenerino, guardabuoi, sgarza ciuffetto, nitticora, airone rosso, tarabusino, oltre a garzette e marzaiole – che si possono osservare nelle ore più tranquille del giorno.
Camminare tra i canneti, le ninfee, i salici e le passerelle lignee immerse nel silenzio significa immergersi in una vera e propria lezione vivente di geografia e biologia. Ogni passo racconta la lenta trasformazione di una palude bonificata per esigenze agricole, poi trasformata in un modello virtuoso di rinaturazione controllata, oggi mantenuto grazie a enti locali, progetti comunitari e volontariato ambientale.
Una valle tra storia e rinascita naturalistica
La storia delle Vallette inizia alla fine dell’Ottocento, quando furono avviati massicci interventi di bonifica idraulica per prosciugare le zone umide del Mezzano, all’epoca considerate malsane. L’intervento lasciò solo quattro bacini – San Camillo, Fossa, Fornace e San Zagno – sopravvissuti come testimonianza del paesaggio originario. Queste aree furono successivamente destinate ad usi misti: agricoli, zootecnici e ambientali, ma negli anni Duemila è prevalso un orientamento conservativo e didattico.
Oggi, le Vallette sono un mosaico di ambienti ecologici: stagni dolci con ninfee e alghe, praterie umide colonizzate da giunchi e carex, boschi ripariali a salice bianco e pioppo nero. Qui si possono osservare rapaci come il falco di palude, limicoli come il cavaliere d’Italia e passeriformi come il cannareccione. Per facilitare l’osservazione sono state installate torrette panoramiche, schermi mimetici e percorsi segnalati, accessibili anche a famiglie e scolaresche.
Le attività più apprezzate sono le passeggiate lungo gli argini, le escursioni fotografiche e la pesca sportiva regolamentata nei tratti dedicati. L’oasi è aperta tutto l’anno e cambia volto ad ogni stagione: dalle migrazioni primaverili dei limicoli alla nidificazione estiva degli aironi, fino alle suggestive nebbie autunnali che avvolgono le superfici d’acqua come in un quadro fiammingo.
Un’oasi anche per le stelle
Uno degli elementi più sorprendenti delle Vallette è la presenza, proprio all’ingresso del parco, di un osservatorio astronomico tra i più accessibili d’Italia. Dotato di cupola rotante, telescopi professionali e ampi spazi per eventi all’aperto, l’osservatorio ospita serate tematiche, laboratori per bambini e sessioni pubbliche di osservazione del cielo.
Durante queste notti speciali, capita di assistere a spettacoli doppi: da una parte il canto dei rospi smeraldini o il volo silenzioso della civetta, dall’altra le costellazioni estive come il Cigno e la Lira, visibili a occhio nudo grazie all’assenza di inquinamento luminoso. Un’occasione unica per unire natura, scienza e poesia, vivendo un’esperienza davvero completa.