Il vento di Rimini e la magia del cinema: Alfonso Cuarón omaggia Fellini
Il regista messicano emoziona al Teatro Galli e visita il Fellini Museum
“Sono stati due giorni bellissimi, grazie. È stato davvero un onore”. Sono le parole con cui Alfonso Cuarón si congeda e saluta Rimini dopo la lunga e attenta visita di questa mattina al Fellini Museum, ultima tappa dell'intenso fine settimana ‘riminese’ che ha visto protagonista il regista messicano, insignito ieri del Fellini Awards 2025.
Un tour tra le sale di Castel Sismondo accompagnato dal direttore del Museo Marco Leonetti e dal direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli, durante il quale il regista si è soffermato a lungo in ogni sala, mostrando la meticolosa conoscenza dell'opera cinematografica di Federico Fellini e soprattutto l’amore, vero e sincero, per la sua poetica. Non è un caso che il regista si sia voluto fermare per diversi minuti e più volte nella sala 4 al piano terra del Castello, rapito dal vento di Amarcord, quel vento che ricorre nelle pellicole del cineasta messicano e richiamato nella conversazione con il direttore Farinelli durante la cerimonia di domenica sera al Teatro Galli. Una bella chiacchierata in cui il cineasta quattro volte premio Oscar si è raccontato con grande generosità, per poi ringraziare la città con un discorso emozionato ed emozionante.
“Ringrazio di cuore il Comune di Rimini, la Cineteca di Bologna per questo incredibile onore, in questo incredibile teatro – ha commentato Alfonso Cuarón dal palco – Più che un onore, questo è un incredibile dono della vita. Un abbraccio, una validazione, non per la carriera da regista, ma è qualcosa di molto più profondo. Quando ero adolescente era difficile vedere la luce in un universo che sembrava buio e il cinema era per me un rifugio. Quell’adolescente ha imparato ad amare il cinema e ha amato il cinema di Fellini. Ricevere questo premio per me è un segno delle generosità della vita. La vita che dice a quell’adolescente: ‘tutto va bene’. Se mi avessero detto che un giorno sarei stato a Rimini a ricevere il Fellini Award la mia risposta sarebbe stata: ‘no’. Era impossibile da credere. Questo premio per me è un coronamento, grazie alla generosità di Rimini”.
L'intervento del Sindaco Jamil Sadegholvaad
A consegnare il premio ad Alfonso Cuarón il sindaco Jamil Sadegholvaad che ha sottolineato come “con il ritorno del premio Fellini dopo 14 anni di ‘sonno’, Rimini non solo comincia una nuova avventura con la consapevolezza di essere più solida e strutturata nel percorso di valorizzazione internazionale dell’opera e dell’eredità artistica di Federico Fellini ma in particolare riannoda il suo rapporto con quella bizzarra ma straordinaria ossessione collettiva che è il Cinema. Abbiamo scelto il rinoceronte come simbolo del nuovo Premio Fellini, logo del nostro Fellini Museum e, per Fellini, il simbolo stesso della capacità del Cinema di trasformare i sogni e le imprese impossibili in magia popolare che ci diverte, ci appassiona, ci meraviglia e nutre il cuore e l'anima. Ma al maestro Cuaron consegniamo un’altra cosa. Questa cosa è il vento di Rimini. Quel vento che soffia nei capolavori di Federico Fellini: Amarcord, La Dolce Vita, Otto e Mezzo, E la nave va. Ed è lo stesso vento che il Maestro Cuaron ha voluto inserire in una celebre scena di Roma. Una citazione, un affettuoso omaggio, una perfetta metafora del Cinema che amiamo. Il cinema si fa con le imprese impossibili e pesanti, ma si fa allo stesso modo e con le stesse emozioni con l’inafferrabile suono del vento. Il Cinema è fatto di tutto e di niente, come i sogni. Grazie, Maestro Cuaron. W il cinema, w Federico Fellini, w Rimini e il suo vento”.
Terminata la cerimonia in un Teatro Galli sold out, verso le 20 Cuarón ha raggiunto un Cinema Fulgor altrettanto gremito per la proiezione del film Premio Oscar Roma, pellicola che il regista presenterà questa sera anche a Bologna, al Modernissimo (ore 21), dopo Jonas che avrà vent'anni nel 2000 di Alain Tanner (ore 18), "film del cuore” del regista messicano.
Premio Fellini ad Alfonso Cuarón, le motivazioni:
Cosa trasforma un artista in un Maestro? È, in primo luogo, la forza morale della sua opera.
Senza questa dimensione che supera le mode e il successo, che va oltre la bellezza e l’unicità, l’opera di un autore non ci consente di guardare il mondo, comprendendone gli aspetti più profondi.
L’opera di Alfonso Cuarón ha questa forza etica, che la rende così preziosa, anche oltre la dimensione cinematografica.
Negli anni della guerra fredda, per giudicare un film, si utilizzavano le lenti dell’ideologia. In quel periodo molti attaccavano Fellini perché ne rimproverano l’apoliticità. In realtà erano semplicemente antiideologici. Proprio per questo non sono invecchiati e, oggi, molti storici dicono che i suoi film sono quelli che raccontano meglio la trasformazione dell’Italia da paese agricolo a società post-industriale.
I film di Cuarón non sono mai direttamente politici, ma dopo averli visti conosciamo una parte essenziale della storia del Messico, il senso della nostra esperienza umana e i valori portanti del vivere sociale. Ad unire idealmente Federico Fellini e Alfonso Cuarón è anche l’amore per gli attori. Spesso hanno trasformato non-attori in icone o offerto ad attrici ed attori ruoli memorabili per la loro carriera.
Ma l’attitudine che più li avvicina è la capacità di guardare il mondo con la meraviglia della fanciullezza e della giovinezza, che ha consentito ad entrambi di trasformare i propri ricordi intimi e personali in memoria universale e di collegare, inscindibilmente, la memoria dei luoghi di nascita, Rimini e il quartiere Roma di Città del Messico, in spazi che sono patrimonio e fanno parte dell’immaginario collettivo mondiale.
Nella loro carriera hanno saputo conservare e difendere una costante autonomia, che ha consentito a Fellini di realizzare un’opera compatta nella sua unicità e a Cuarón di essere sempre sé stesso, anche quando lavora all’interno di impegnativi progetti hollywoodiani.
La difesa della propria dimensione artistica e artigianale passa, per entrambi, dal riconoscimento del cinema come arte collettiva e il legame che ha unito, dal 1952 al 1979, Fellini a Rota, non è diverso da quello creativo che unisce, dal primo film, Emmanuel Lubezki ad Alfonso Cuarón.
Fellini e Cuarón hanno costruito un’opera che ispira gratitudine, perché ci restituiscono la speranza e la fiducia negli esseri umani, dunque nel nostro futuro. E l’umanità è la comune cifra di una poetica che è universale e attraversa tutti i tempi.
Per tutti questi motivi la Città di Rimini è orgogliosa di assegnare ad Alfonso Cuarón il Premio Fellini 2025.
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