In Romagna sono sempre di più gli uomini autori di violenza che cercano aiuto: lo dicono i dati dell'Ausl
Violenza sulle donne. Un percorso di sostegno per uomini che vogliono cambiare i propri comportamenti nelle relazioni di coppia
Dai 31 uomini autori di violenza seguiti nel 2019 ai 144 casi presi in carico lo scorso anno, un numero destinato ad essere superato nel 2025 visto che al 15 novembre sono già 127 le adesioni. Sono i significativi dati di attività del Centro Ldv (Liberiamoci dalla Violenza) dell’AUSL della Romagna, forniti nel corso del convegno "Interventi e sinergie nella rete di contrasto alla violenza di genere: dalla tutela della donna al trattamento degli autori" organizzato da Ausl Romagna negli spazi del Centro Congressi SGR, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Nato nel 2017 come progetto sperimentale in accordo con la Regione Emilia-Romagna con l’obiettivo di realizzare un programma orientato alla estinzione di comportamenti violenti agiti all’interno delle relazioni di coppia, il Centro Ldv ha visto negli anni un aumento graduale delle richieste di consultazione e accesso ai programmi di trattamento così da trasformarsi nel tempo in un servizio situato all’interno dei consultori famigliari specifici degli ambiti territoriali (Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini), dove opera in integrazione con la rete dei servizi territoriali e aziendali che si occupano del contrasto alla violenza di genere e sono orientati al supporto alle vittime e contrasto delle recidive.
“Osservando l’attività si osserva un deciso incremento a partire dal 2019 a seguito dell’approvazione della legge 69/2019 (Codice Rosso), successivamente modificata nella normativa 168 del 23 novembre 2023 che ha istituito il trattamento degli uomini autori di violenza come condizione preliminare all’ottenimento delle misure alternative alla detenzione a seguito di condanna penale – spiega il dottor Dario Sgarra, psicologo psicoterapeuta e referente del Centro LDV - Gli uomini che accedono al Centro tuttavia non sono solo quelli che hanno ricevuto una denuncia o condanna penale, ma anche coloro che hanno ricevuto un ammonimento del questore (Protocollo Zeus tra Ausl Romagna e forze dell’ordine). D’altra parte si osserva anche un numero sempre più crescente di uomini che in totale libertà decidono di mettersi in discussione al fine di riflettere sui propri comportamenti all’interno di una relazione di intimità”.
All’interno del Centro Ldv, che appartiene alla rete Cuav (Centri per Uomini Autori di Violenza) individuata dalla Regione Emilia-Romagna come insieme di centri pubblici e privati che si occupano del trattamento degli uomini autori di violenza, lavorano psicologi psicoterapeuti e assistenti sociali formati sulle tematiche specifiche relative al contrasto della violenza di genere.
L’accesso al servizio consultoriale avviene attraverso il centralino unico dell’Ausl Romagna (366 1449292) attivo tutti i giovedì dalle ore 14 alle 17.
I percorsi sviluppati possono essere individuali e/o di gruppo e si basano su una iniziale valutazione dell’uomo su criteri come il livello di consapevolezza rispetto agli agiti compiuti, la motivazione a sviluppare un percorso di riflessione sui propri comportamenti violenti, l’impegno alla cessazione dei comportamenti e la disponibilità ad informare e contattare la partner/ex partner a scopo protettivo e preventivo o altri servizi coinvolti nella presa in carico.
“Durante i percorsi – aggiunge il dottor Sgarra - gli uomini vengono accompagnati ad attivare una riflessione su tematiche come il riconoscimento dei comportamenti violenti, apprendimento delle diverse forme di violenze, riconoscimento di stereotipi culturali di genere che sostengono e riproducono nel tempo il comportamento violento, osservazione delle conseguenze del comportamento violento e apprendimenti di strategie alternative di gestione della rabbia e risoluzioni di conflitti all’interno della relazione di coppia”.
Il Centro Ldv Ausl Romagna si occupa anche di sviluppare progetti di prevenzione in collaborazione con gli spazi giovani dei consultori, rivolti ad esempio alla comunità scolastica e mirati al contrasto degli stereotipi di genere. E anche il convegno svoltosi a Rimini è un momento di sensibilizzazione e formazione che rientra tra le attività di prevenzione rivolte più in generale al territorio.
Nella sessione intitolata ‘Individuazione, accoglienza e cura rivolta alle donne vittime di violenza’ si è evidenziato come le donne che accedono ogni anno al Pronto Soccorso rappresentano solo la punta dell’iceberg del fenomeno, soffermandosi in particolare sulla refertazione psicologica della donna dopo l’accesso in PS. Negli ultimi tre anni il numero di donne inviate dal PS alla Refertazione Psicologica è in media di 250 all’anno e circa la metà accetta tale refertazione, che rappresenta un passaggio utile alla donna per valutare quale sia il modo migliore per accompagnarla alla rete dei servizi socio-sanitari.
Nell’ambito del contrasto alla violenza di genere dal 2015 l’Ausl della Romagna si avvale della Refertazione Psicologica della donna, che è allegata al referto di Pronto Soccorso ed entrambi i referti, in caso di reati procedibili d’ufficio, vengono inviati alla Procura della Repubblica. “La Refertazione Psicologica è un colloquio clinico valutativo – spiega la dottoressa Melissa Mercuriali, Coordinatrice Aziendale Refertazione Psicologica nella violenza di genere - in cui si compone una “fotografia dello stato emotivo” della donna in quel momento, in genere entro 10/15 giorni dall’ accesso al Pronto Soccorso, che favorisce la consapevolezza di essere vittima di violenza e di avere la volontà di uscire dal ciclo della violenza stessa. La Refertazione Psicologica viene eseguita con colloquio psicologico orientato e somministrazione di test psicologici specifici al fine di valutare il quadro sintomatologico della donna e la valutazione del rischio possibile di femminicidio, per evitare la inadeguata valutazione del rischio, e inviarla alla rete territoriale socio sanitaria, composta da servizi sociali, forze dell’ordine, centri Antiviolenza, consultorio, centro Salute Mentale”.
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