Innovazione da Rimini per la salute degli astronauti: il biosensore Aphrodite in orbita

Guidato dall’Università di Bologna e dal Tecnopolo di Rimini, il biosensore riduce i tempi di intervento sanitario nello spazio

A cura di Grazia Antonioli Redazione
22 ottobre 2025 12:26
Innovazione da Rimini per la salute degli astronauti: il biosensore Aphrodite in orbita -
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Il progetto, denominato Aphrodite, è stato selezionato e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e mira a risolvere una delle principali sfide delle missioni spaziali di lunga durata: la necessità di diagnosi mediche rapide e autonome.L’obiettivo è la realizzazione di un biosensore portatile “lab-on-chip”, un dispositivo compatto e di facile utilizzo che verrà inviato sulla ISS. Questo piccolo laboratorio permetterà agli astronauti di eseguire in autonomia analisi chimico-cliniche su campioni di saliva, un metodo non invasivo. La ricerca è focalizzata sulla determinazione dei livelli salivari di biomarcatori cruciali di stress e di alterazione della funzionalità del sistema immunitario, quali il cortisolo e il Deidroepiandrosterone (DHEA).Grazie a questo biosensore, l’intero processo analitico verrà completato direttamente nello spazio, eliminando la necessità di spedire campioni biologici a Terra. Ciò garantirà una notevole rapidità di intervento in caso di situazioni critiche, permettendo al contempo di raccogliere dati essenziali per la valutazione dello stato psico-fisico degli equipaggi spaziali. Il dispositivo potrà, in futuro, essere facilmente adattato per l’analisi di altri biomarcatori.

Il progetto è guidato dalla Professoressa Mara Mirasoli del Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” dell’Università di Bologna. Il team si avvale della collaborazione del Professor Augusto Nascetti della Scuola di Ingegneria Aerospaziale della Sapienza Università di Roma e dell'azienda Kayser Italia Srl di Livorno, esperta in sistemi per la ricerca spaziale.

La ricerca si svolge presso il Tecnopolo di Rimini, attivo dal 2016 come punto di contatto tra le imprese e la Rete Alta Tecnologia regionale. La struttura ospita, oltre ai tre centri Dipartimentali in Fonti Rinnovabili ed Energia, Meccanica Avanzata e Materia e Information Technology, anche spazi e attrezzature del Dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna – CIAMICIAN, confermando il ruolo del Tecnopolo come hub strategico per l'innovazione scientifica in Emilia-Romagna.


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