La torbiera segreta dell’Appennino, natura selvaggia tra monti e piante killer
Scopri il Lago Pratignano: torbiera rara, piante carnivore e le tracce della Linea Gotica tra storia e natura!

Il Lago Pratignano, situato a circa 1.307 metri di altitudine nel cuore dell’Appennino modenese, rappresenta una delle torbiere d’alta quota più suggestive e delicate dell’Italia settentrionale. Si trova in una conca glaciale tra le valli del Dardagna e dell’Ospitale, all’interno del territorio di Montese, ed è inserito nel perimetro protetto del Parco del Frignano, che tutela habitat montani di alto valore biologico. Formatasi in seguito al ritiro dei ghiacci, questa torbiera è un reliquiato della glaciazione Würmiana, in cui si sono stratificate acque palustri, piante acide e sedimenti torbosi per migliaia di anni.
La particolarità del lago sta nella sua composizione torbosa: il fondo del bacino è infatti composto da spessi strati di torba, un materiale organico derivato dalla lenta decomposizione di vegetali in ambienti umidi e poveri di ossigeno. Le acque basse e acide sono habitat ideali per carici, muschi Sphagnum e soprattutto per la Drosera rotundifolia, una rara pianta carnivora che cattura insetti con le sue foglie vischiose. Si tratta di un relitto floristico dell’era glaciale, oggi presente solo in torbiere ben conservate e soggette a rigidi vincoli ecologici. Proprio per la sua unicità, il Lago Pratignano è considerato un sito prioritario per la biodiversità secondo la Rete Natura 2000 e rappresenta uno dei pochi esempi in Appennino di ambiente boreale.
Natura selvaggia tra monti, storia e piante “killer”
L’intero ecosistema del Lago Pratignano è incorniciato da praterie alpine, faggete secolari e dorsali rocciose che lo isolano da ogni forma di urbanizzazione. I panorami si aprono verso il Corno alle Scale, il Monte Nuda e il Becco dell’Aquila, una bastionata calcarea con pareti scoscese che sovrasta la torbiera da est. L’area è raggiungibile a piedi tramite il sentiero CAI 409, che segue un tratto dell’antica Via Romea Nonantolana, e attraversa uno dei segmenti della Linea Gotica, la linea difensiva tedesca della Seconda guerra mondiale.
Proprio lungo questo itinerario si possono ancora riconoscere resti di trincee, postazioni militari e manufatti bellici, a testimonianza delle cruente battaglie tra le truppe tedesche e quelle alleate tra l’inverno e la primavera del 1945. La presenza di questi resti bellici, spesso nascosti tra la vegetazione, ha reso l’area anche meta di interesse per gli storici e per gli appassionati di trekking a tema memoriale. Salendo verso il Passo della Riva, o proseguendo fino al Becco dell’Aquila, si raggiungono punti panoramici spettacolari, con viste sull’Appennino modenese e bolognese, in un paesaggio che mescola natura selvaggia e memoria storica.
Torbiera protetta, trekking consapevole e biodiversità
A causa della sua estrema fragilità ambientale, il Lago Pratignano è oggi sottoposto a regole precise di fruizione, con sentieri delimitati, pannelli informativi e indicazioni per evitare il calpestio diretto della torbiera. Gli ambienti umidi sono infatti sensibili a ogni variazione climatica o antropica, e per preservarne l’integrità si chiede ai visitatori il massimo rispetto. Oltre alla Drosera, si trovano numerose specie botaniche degne di nota: orchidee spontanee, ginepri, felci di montagna, ontani neri e betulle, che compongono un mosaico vegetale d’alta quota.
La zona ospita anche una fauna varia: anfibi come il Tritone crestato e la Rana temporaria, numerosi invertebrati d'acqua dolce, rapaci diurni e notturni, tra cui l’allocco e il nibbio, nonché specie di uccelli tipiche del bosco montano. Gli appassionati di escursionismo possono seguire l’anello completo del Pratignano, un itinerario adatto a escursionisti mediamente esperti, che tocca punti d’interesse naturalistico e storico, offrendo un’immersione autentica nell’alto Appennino emiliano, tra silenzi assoluti, aria tersa e scorci che ricordano i paesaggi nordici.