La vetta più alta dell’Emilia-Romagna e della Toscana e il segreto geologico che nessuno conosceva
Il Monte Prado, confine naturale tra Emilia-Romagna e Toscana, è la vetta più alta della regione e custodisce una curiosità geologica unica!

Un gigante appenninico tra due regioni
Il Monte Prado è la vetta più alta dell’Emilia-Romagna e, allo stesso tempo, anche della Toscana, con i suoi 2.054 metri sul livello del mare. Si trova al confine tra le province di Reggio Emilia e Lucca, nel cuore del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Questa montagna domina l’alta valle del Secchia e offre panorami spettacolari che spaziano dall’Adriatico al Tirreno nelle giornate più limpide.
Il massiccio, modellato da antiche glaciazioni, è caratterizzato da morfologie dolci sulle creste e ripidi versanti che scendono verso le valli. I suoi pascoli d’alta quota sono un habitat prezioso per specie protette come il lupo appenninico e il cervo nobile, che qui trovano rifugio nelle aree meno battute dai visitatori.
Accessi e sentieri tra Emilia e Toscana
Il Monte Prado è raggiungibile tramite diversi sentieri che partono sia dal versante emiliano sia da quello toscano. Sul lato reggiano si accede principalmente dalla Valle di Ligonchio e dal Parco dell’Orecchiella per chi proviene dalla Toscana. Gli itinerari, ben segnalati, fanno parte dell’Alta Via dei Parchi, un percorso escursionistico che unisce Emilia-Romagna, Toscana e Marche lungo la dorsale appenninica.
In vetta è presente un cippo di confine che segna il punto esatto in cui le due regioni si incontrano: un dettaglio topografico che rende la salita ancora più affascinante per chi ama camminare “con un piede in Emilia-Romagna e l’altro in Toscana”.
Curiosità: il Monte Prado e le antiche nevi permanenti
Una curiosità interessante è legata alle nevi permanenti che un tempo caratterizzavano il Monte Prado. Fino alla prima metà del Novecento, alcune conche glaciali del versante nord conservavano neve anche durante l’estate, un fenomeno raro per l’Appennino settentrionale. Questo dato ha reso il Monte Prado un punto di riferimento per gli studi climatici e glaciologici dell’area appenninica.