L'allarme dei bagnini di Riccione: dal 2025, i lidi Romagnoli potrebbero finire in mano alle multinazionali
Gestioni familiari minacciate dalle aste del 2025

Riccione, una delle perle della Riviera Romagnola, potrebbe subire un drastico cambiamento dal 1 Gennaio 2025. Secondo Diego Casadei, Presidente dell’Associazione dei Bagnini di Riccione, la situazione è allarmante: “Rischiamo di perdere i lidi. A Riccione abbiamo almeno 7 km di spiaggia con circa 130 stabilimenti balneari. Tutto sarà messo all’asta, senza tenere conto di chi per decenni ha curato queste spiagge”.
Il timore di Casadei si basa su uno studio di Unioncamere del 2022 che evidenzia come, in Italia, esistano 7.173 stabilimenti balneari, dei quali il 68% fattura meno di 250.000 euro all’anno. La regione Emilia-Romagna, con i suoi 1.063 stabilimenti, rappresenta la maggiore concentrazione, seguita da Toscana e Liguria. “Questa potrebbe essere la nostra ultima estate dopo decenni di sacrifici. Molti stabilimenti sono a gestione familiare, e sono proprio queste famiglie che hanno creato un legame unico con il territorio e i clienti”, ha aggiunto Casadei.
Il problema non riguarda solo la Romagna, ma tutte le spiagge italiane. Il rischio, secondo Casadei, è che “dal 1 Gennaio 2025 tutto venga azzerato, comprese le storie e le relazioni umane costruite negli anni. Non avremo più i volti familiari come Francesca, Maurizio, Damiano e Giovanna, che hanno fatto della Romagna un luogo speciale per turisti di tutto il mondo”. Il timore è che le multinazionali o i grandi gruppi esteri possano prendere il controllo, trasformando i lidi in semplici strutture commerciali, privi dell’anima che caratterizza le spiagge italiane.
Casadei ha anche sottolineato che questi cambiamenti potrebbero estendersi ad altre strutture ricettive come alberghi, case vacanza e B&B, che spesso collaborano con i gestori dei lidi. “Se le grandi catene alberghiere o i gruppi internazionali prenderanno in gestione i lidi, difficilmente daranno spazio alle strutture a conduzione familiare, mettendo a rischio anche il loro futuro”.
In conclusione, Casadei ha lanciato un appello affinché, pur rispettando le normative europee, si trovino soluzioni che possano tutelare il patrimonio umano e culturale rappresentato dai bagnini e dalle famiglie che hanno fatto delle spiagge italiane un simbolo di accoglienza e tradizione. “Non possiamo permetterci di perdere questo grande patrimonio”, ha concluso il presidente, ribadendo che la posta in gioco è molto alta, non solo per la Romagna, ma per l’intera Italia.