L'anno che verrà per Rimini: per l'albergatore "narrazione che parla sempre di record, ma siamo fermi"
Le riflessioni di Mauro Santinato, che parafrasa Dalla: "Il tempo passa e Rimini resta uguale a se stessa."
L'albergatore riminese Mauro Santinato, presidente di Teamwork, esperto di turismo e marketing, rilancia le preoccupazioni sul futuro della città. Lo fa parafrasando "L'anno che verrà" di Lucio Dalla, contrapponendo alle dichiarazioni ottimistiche della giunta Sadegholvaad, le preoccupazioni per il declino del commercio, per un turismo balneare ancorato a un'epoca di successi che è oramai un ricordo, per alberghi che chiudono e parti della città che necessiterebbero di investimenti e di rilancio. "Gli alberghi chiudono piano piano, le colonie dormono come belle addormentate, il delfinario resiste come un reduce, l’ex McDonald’s guarda il mare con la nostalgia degli anni Novanta. Dicono che l’aeroporto respira, ma sembra più un rantolo. La spiaggia è ferma agli anni Sessanta, il commercio pure, insegne arrugginite e spente come lumini, negozi che chiudono più velocemente delle promesse", scrive Santinato, che critica la narrazione fatta di "comunicati stampa che dicono che va tutto benissimo, che siamo pieni, strapieni". "Il tempo passa e Rimini resta uguale a se stessa. L’anno che sta arrivando passerà anche lui, come tutti gli altri. Io mi sto preparando: ho già pronto il sorriso per il prossimo anno record”, la constatazione finale.
Il post di Santinato
Caro amico, ti scrivo da questa Riviera immobile
così mi passa il tempo tra un comunicato e l’altro.
Qui dicono che va tutto benissimo,
che siamo pieni, strapieni,
che arrivano stranieri come rondini a primavera
(e pure d’inverno, a sentire loro).
L’anno si chiude col botto,
l’hanno detto anche quest’anno,
come l’anno scorso
e quello prima ancora.
Primavera da record,
ponti miracolosi,
benessere, wellness, congressi e sorrisi,
poi Vasco l’anno prossimo,
che ormai è diventato un appuntamento straordinario.
A luglio nessun calo, ad agosto neanche,
le presenze aumentano sempre,
solo che non si vede dove stiano.
Gli alberghi chiudono piano piano,
le colonie dormono come belle addormentate,
il delfinario resiste come un reduce,
l’ex McDonald’s guarda il mare
con la nostalgia degli anni Novanta.
Dicono che l’aeroporto respira,
ma sembra più un rantolo.
La spiaggia è ferma agli anni Sessanta,
il commercio pure,
insegne arrugginite e spente come lumini,
negozi che chiudono
più velocemente delle promesse.
Ma la narrazione rassicura:
“Va tutto bene”,
“cresciamo”,
“siamo attrattivi”,
“l’anno prossimo vedrete”.
E intanto non si investe,
non si costruisce,
non si rinnova,
non si rischia.
Tutto fermo,
tranne le dichiarazioni.
Ci sarà un futuro radioso,
almeno nei rendering.
Le colonie rinasceranno,
ma sempre l’anno dopo.
Il lungomare sarà nuovo,
ma gli alberghi sono vecchi.
E i turisti continueranno ad aumentare,
soprattutto quando nessuno li conta davvero.
Vedi, caro amico, cosa ci tocca raccontare
per riderci sopra e non piangere.
Qui si vive di comunicati stampa
e di stagioni sempre “straordinarie”,
mentre il tempo passa
e Rimini resta uguale
a se stessa.
L’anno che sta arrivando passerà anche lui,
come tutti gli altri.
Io mi sto preparando:
ho già pronto il sorriso
per il prossimo “anno record”
6.8°