Altarimini

Liberazione: 80 anni dopo la Camminata della Pace Fragheto - Tavolicci ricorda le vittime delle guerre di oggi

Lungo i sentieri della memoria, insieme a testimoni internazionali per riflettere sulle guerre di oggi e sulle scelte di domani

A cura di Redazione
21 aprile 2025 12:08
Liberazione: 80 anni dopo la Camminata della Pace Fragheto - Tavolicci ricorda le vittime delle guerre di oggi - Archivio
Archivio
Condividi

“Festa grande d’aprile” è il titolo di uno spettacolo teatrale messo in scena sessant’anni fa da Franco Antonicelli, nobile figura di partigiano e scrittore torinese. Festa di gioia e di orgoglio per chi aveva contribuito a liberare l’Italia dai fascismi europei e dalla guerra. Erano ancora vive e presenti nella memoria dei protagonisti le vicende del secondo devastante conflitto mondiale partorito dal ventre europeo, che si presentava al giudizio della storia con un fardello di circa sessanta milioni di morti, un numero incalcolabile di feriti e mutilati, e immani distruzioni in ogni angolo del pianeta.

Riteniamo legittimo a ottant’anni dalla fine della guerra celebrare il 25 aprile come monito civile rivolto alle generazioni future. Alla gioia di un tempo, tuttavia, subentra oggi amarezza e delusione nel constatare che conflitti rovinosi funestano ancora la Terra, provocando morti e devastazioni dall’Ucraina al Kosovo, dalla Palestina al Congo, dalla Colombia alle Filippine.

 Ed è all’intollerabile numero di vittime militari e civili delle guerre in corso che intendiamo dedicare la Camminata della pace dell’aprile 2025. La marcia si svolge da oltre vent’anni sui nostri versanti appenninici dove, a ridosso della Linea gotica, la furia nazista travolse nel 1944 oltre cento persone inermi, molte delle quali, allora come oggi, appena affacciate alla vita. Nel tragitto ci accompagneranno amici provenienti da alcuni fronti di guerra e assieme a loro commenteremo fatti attuali e immagini, riferiti ad ogni singolo dramma che perpetua, nel presente, l’orribile flagello di pratiche arcaiche e ferocemente primitive che pensavamo ormai desuete.

Ci amareggia constatare che la “civile” Europa, per bocca dei suoi massimi esponenti, anziché svolgere il ruolo di pacificatrice che le spetterebbe data la responsabilità che porta per le tragedie del recente passato, si stia pericolosamente avviando verso un’esorbitante e folle politica di riarmo, capace solo di estendere gli attuali focolai di guerra.

 Il 25 aprile 1945 è la data della liberazione dell’Italia dal fascismo, dal nazismo e dalla guerra. Quest’anno viene celebrata in tutto il Paese l’ottantesima ricorrenza dell’evento con legittime manifestazioni di gioia e orgoglio in ogni angolo della Penisola e nella provincia riminese dove le rovine dei fascismi e della guerra furono particolarmente pesanti. Migliaia le vittime del conflitto e della dittatura. Sul piano e all’interno

Dolore rinnovato e sgomento. In molte troppe zone del pianeta la guerra torna ad affacciarsi

La Camminata della pace vuole ricordare le tante vittime dell’oggi.

Oltre ai terribili conflitti russo ucraino, israelo palestinese sono in atto altre decine di gue L’Europa avviatasi sulla strada del militarismo e ormai lontana dal Manifesto di Ventotene e dalla sua ispirazione di pace, oggi è priva di un ruolo autonomo, divisa e ininfluente. Ma non è aumentando le spese militari che si otterrà questo risultato. Anzi faciliterà gli imperialismi perché indebolirà lo Stato sociale e rafforzerà quel complesso militare e industriale sulla cui pericolosità per la pace e la democrazia metteva in guardia già nel 1961 il presidente Eisenhower.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Altarimini sui social