Luca Sinigaglia, alpinista italiano muore sul Pobeda Peak per salvare una compagna di cordata
Bloccato a 6900 metri nel tentativo di soccorrere la russa Natalia Nagovitsyna, l’alpinista ha perso la vita travolto da gelo e mal di quota

Luca Sinigaglia, alpinista italiano esperto, ha perso la vita sul Pobeda Peak (7439 metri), la vetta più alta e insidiosa del Tien Shan, in Kirghizistan. L’uomo stava tentando di soccorrere la russa Natalia Nagovitsyna, rimasta immobilizzata con una gamba rotta durante la discesa.
Insieme a un compagno tedesco, Sinigaglia aveva raggiunto la donna, fornendole l’essenziale per resistere al gelo: un sacco a pelo, un fornello e cibo. Ma una bufera di neve li ha intrappolati in quota. Dopo una notte passata all’addiaccio, Luca ha iniziato a soffrire di ipotermia e edema cerebrale da alta quota.
Il 15 agosto è morto a circa 6900 metri di altitudine, in una grotta scavata nella neve. Recuperare il corpo, così come portare in salvo la Nagovitsyna, appare estremamente difficile a causa delle condizioni proibitive.
La sua storia testimonia lo spirito più autentico dell’alpinismo: la solidarietà in alta quota, che spinge a rischiare la propria vita pur di salvare quella degli altri.