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Lucio Corsi e quella chitarra scoperta a Novafeltria nel 2023 grazie a Ivan Graziani

Galeotto fu l'incontro tra Lucio Corsi e il leggendario marchio Wandré in occasione del Festival MaledetteMalelingue

A cura di Redazione
19 febbraio 2025 06:00
Lucio Corsi e quella chitarra scoperta a Novafeltria nel 2023 grazie a Ivan Graziani - Lucio Corsi in concerto a Novafeltria (a sinistra) e in finale a Sanremo 2025 (a destra)
Lucio Corsi in concerto a Novafeltria (a sinistra) e in finale a Sanremo 2025 (a destra)
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di Nicola Guerra

La vera rivelazione della 75ª edizione del Festival di Sanremo è stata senza dubbio il cantautore toscano Lucio Corsi. Artista poliedrico di 31 anni, dopo una lunga carriera nel circuito indipendente della musica italiana, è riuscito a conquistare anche il pubblico mainstream grazie alla leggerezza delle melodie e dei testi della sua canzone Volevo essere un duro, classificatasi al secondo posto nella kermesse musicale più seguita in Italia e non solo.

La sua esperienza sanremese è stata un susseguirsi di successi e momenti memorabili, a cominciare dal duetto, già divenuto iconico, con Topo Gigio sulle note di Nel blu dipinto di blu, fino ai bizzarri costumi artigianali indossati per le esibizioni e al volto truccato di bianco.

Lucio Corsi a Sanremo con la leggendaria chitarra Wandré

C’è però un altro dettaglio che non è passato inosservato agli spettatori più attenti e ai musicisti, la chitarra utilizzata da Corsi nella serata finale di Sanremo. Si tratta della leggendaria Rock Oval Wandré, creata dall’eclettico liutaio e visionario Antonio “Wandré” Pioli. Originario di Cavriago (quello di Piazza Lenin, in provincia di Reggio Emilia), Pioli ha fondato negli anni ’50 la sua fabbrica utopistica di chitarre, collaborando con leggende della musica come il giovane Bob Dylan, Frank Zappa, Ace Frehley dei Kiss, Francesco Guccini, i Nomadi e Freak Antoni degli Skiantos.

Oggi il genio di Pioli viene tenuto vivo dal gruppoPartigiani di Wandré, che si occupa di preservare la memoria del marchio e delle sue leggendarie chitarre (che non sono in vendita) attraverso mostre, esposizioni ed eventi dal vivo.

Ma come è arrivata una Wandré tra le mani di Lucio Corsi sul palco di Sanremo? Galeotto fu l’incontro tra il cantautore e Marco Ballestri, medico e membro del collettivo, avvenuto nell’edizione 2023 del MaledetteMalelingue Festival di Novafeltria, la manifestazione dedicata all’indimenticato Ivan Graziani.

In quell’occasione, Wandré aveva allestito uno stand espositivo per l’evento e Corsi era tra i superospiti del concertone finale insieme a Cristina Donà, Andy dei Bluvertigo, Fede Poggipollini e, naturalmente, Filippo Graziani.

Lucio Corsi in concerto al MaledetteMalelingue Festival di Novafeltria, luglio 2023
Lucio Corsi in concerto al MaledetteMalelingue Festival di Novafeltria, luglio 2023

Lucio – ha raccontato Ballestri alla trasmissione Bgr di Rai 3 – è rimasto incantato dalle nostre chitarre fin da subito, un amore a prima vista. Devo dire che la Wandré si sposa perfettamente con la sua musica e con l’intero apparato scenico delle sue esibizioni. Grazie alla nostra amicizia nata a Novafeltria, siamo rimasti in contatto e insieme abbiamo pensato che non ci fosse palcoscenico migliore di Sanremo per far conoscere Wandré anche al grande pubblico. Da lì è partito tutto“.

Poco prima della finale del Festival, Lucio Corsi aveva scritto sui propri social: “Stasera mi vesto chitarra Wandré. Grazie infinite a Marco Ballestri e alla banda di Wandreani per averci permesso di portare queste chitarre magiche sul palco della canzone italiana”.

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Una storia unica, che sembra quasi frutto di una coincidenza guidata dall’alto, è bello pensare proprio dallo stesso Ivan Graziani, artista a cui Lucio Corsi deve la sua carriera, come ha dichiarato più volte nelle interviste:

“Ivan me lo ha fatto scoprire mio padre in macchina quando ero bambino –ha raccontato in conferenza stampa a Sanremo– All’inizio mi faceva paura: avevo sei anni e la sua voce particolare mi incuteva timore. Ma proprio questa sensazione ha fatto sì che mi entrasse nel cuore, e negli anni non se n’è più andato. Pensate quanto sia forte e bello riuscire a suscitare un’emozione, persino la paura, attraverso la musica. È la magia della creazione musicale, la magia di Ivan. Lo canto da una vita dal vivo e ci tengo.

E chissà che nella prossima edizione del ?locale=it_IT">MaledetteMalelingue Festival, in programma a luglio, non possano nascere altre storie magiche come questa qui, nel segno dell’arte e della musica di Ivan Graziani.

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