Manuela Bianchi: "La famiglia di Pierina non mi voleva. Ho detto sì a Louis dopo 2 o 3 rifiuti"

“Da quando mio marito è stato trasferito a Rimini, c’è stata la frequentazione della casa di Valeria, si vedeva che ero distrutta e lei mi invitava ad essere forte perché la famiglia di mio marito non mi voleva e non mi aveva mai apprezzato”, così Manuela Bianchi, ricostruendo l’incidente probatorio a cui è stata sottoposta, durante il programma Storie Italiane su Rai 1.

“Louis seguiva la falsariga di lei nei messaggi che mi mandava – ha poi aggiunto – più si andava avanti più sentivo che da parte dei miei parenti arrivava odio e queste persone che mi stavano vicine confermavano la mia sensazione. Capitava che Valeria mi abbracciasse, io ricambiavo con rigidità, vista la situazione. Non le volevo male, ma le stavo facendo male”. 

E relativamente a Dassilva, unico indagato dell’omicidio, ha ripercorso le varie tappe della loro storia: “Louis mi ha iniziato a scrivere sporadicamente da ottobre, mi ha chiesto di vederci e ho detto di si dopo 2 o 3 rifiuti. Quando rifiutavo si faceva trovare sulle scale, tant’è che non sapendo a chi chiedere aiuto, l’ho detto a mia figlia chiedendole di venire per le scale quando tornavo a casa. Il 4 febbraio c’è stato il primo bacio, ad aprile 2023 inizia la relazione, ma non progrediva. Per me è stato l’uomo che ho amato di più nella vita, sicuramente avrei voluto di più, ma non l’ho mai minacciato di andare a raccontare tutto a Valeria”.

“Anzi – ha detto – gli ho chiesto più volte di parlarle della nostra relazione prima di essere scoperti e una volta mi ha risposto: ‘tu non sai cosa è in grado di fare lei’.  Io invece ho rivelato a mio marito che nella mia mente c’era una persona e Giuliano l’ha detto a tutti”.