Il prossimo bando di gara per l’assegnazione delle concessioni per il gioco online è stato, e sarà, un argomento molto dibattuto. La bozza del decreto legislativo, infatti, ha suscitato parecchie preoccupazioni tra gli operatori del settore. Vediamo di cosa si tratta e quali cambiamenti propone.
Il Ministero dell’Economia, assistito da una commissione con a capo il diretto per i giochi dell’Agenzia Dogane e Monopoli, ha scritto una bozza di decreto per l’assegnazione delle concessioni per il gioco online. La bozza, che tocca anche i migliori casinò online elencati su www.imiglioricasinoonline.net, propone un costo di 7 milioni di euro per ottenere quella che è la concessione statale per poter giocare online, limitando a 5 il numero massimo di concessioni per ogni gruppo. Non pone, però, limiti al numero totale di concessioni. Questo tipo di approccio, piuttosto oneroso, ha generato calcoli e stime di valore sul numero di concessionari interessati.
Un’analisi generale, basata sui dati del 2022, ripartisce i 7 milioni per concessione in 9 anni con un impatto economico annuale di circa 780mila euro. Tra i 90 titolari di concessione attuali ce ne sarebbero almeno 60 in grado di avere la capacità economica di poter partecipare al banco anche dopo aver coperto i costi della concessione e altri costi legati ad altre operazioni. Almeno 50 concessionari, poi, avrebbero un profitto superiore al milione di euro e circa 40 potrebbero guadagnare, al netto, più di 5 milioni di euro all’anno. Se, invece, si dovesse pensare di aumentare la posta a 10 milioni di euro, solo 30 (degli attuali 90) sarebbero in grado di poter contribuire.
Per quanto riguarda le scommesse su internet, invece, si prevede che siano tra 45 e 50 le concessioni assegnate a 7 milioni di euro. Oltre ai concessionari con maggiore disponibilità economica, infatti, ci sarebbero grandi operatori interessati ad acquistare più concessioni. Si può supporre, comunque, dati alla mano, che i piccoli operatori si uniscano per partecipare alla gara e che i profitti di coloro che non parteciperanno vengano distribuiti, nuovamente, tra i nuovi operatori con licenza con circa 60 milioni di euro raccolti.
Una riorganizzazione necessaria, vista l’importanza di una gestione corretta di un’industria milionaria, ma che, certamente, favorisce le grandi società rispetto alle piccole società. Le ultime, infatti, mostrano grande preoccupazione rispetto a questa manovra così onerosa e pongono dubbi sulla fattibilità della stessa. Il decreto, oltretutto, mette in chiaro che ci sarà anche un aumento delle aliquote fiscali che passano dal 22% al 26. Un accrescimento dovuto, questo legato alle imposte, ma che mette ancor di più in ambasce le aziende più piccole.
Alcuni operatori, infatti, hanno dichiarato di essere tesi anche per la possibile “invasione” di operatori esteri sul mercato, avvantaggiati da sgravi fiscali che, in Italia, non sussistono. A Malta, infatti, così come a Macao, le politiche riguardanti il gioco d’azzardo sono molto meno oppressive rendendo, di fatto, le due isole dei veri e propri paradisi per operatori e casinò in rete. Sta di fatto, però, per completezza delle informazioni, che una rigidità nella concessione delle licenze e un controllo serrato sulla qualità degli operatori permettono, sul nostro territorio, di avere siti legali sicuri e affidabili consentono, agli utenti, di poter giocare nella massima tranquillità, inserendo dati personali e bancari protetti. Tutto questo lavoro normativo è, dunque, indispensabile per un’esperienza di gioco positiva e per frenare ogni tipo di mercato illegale del gioco in Italia.