Altarimini

Mirco Bettini, il centauro verucchiese racconta l'Africa Eco Race: "Le dune della Mauritania, terribili"

Africa Eco Race, al via anche Mirco Bettini. Il suo racconto

A cura di Redazione
19 gennaio 2025 05:34
Mirco Bettini, il centauro verucchiese racconta l'Africa Eco Race: "Le dune della Mauritania, terribili" - Mirco Bettini durante l'Africa Eco Race 2025
Mirco Bettini durante l'Africa Eco Race 2025
Condividi

È stata un’edizione 2025 nel segno del successo, quella dell’Africa Eco Race per il Team Aprilia Tuareg Racing, protagonista con Jacopo Cerutti che si conferma campione e la vittoria di Marco Menichini nella classe Under 25. La competizione è rimasta aperta fino all’ultima speciale. Il secondo titolo consecutivo corona un’edizione conclusa con la passerella finale sulla riva del Lago Rosa.

La sedicesima edizione dell’Africa Eco Race ha percorso quasi 6.000 km, attraversando gli scenari di Marocco, Mauritania e Senegal, con un percorso che ha messo a dura prova piloti e mezzi, tra cui il riminese Mirco Bettini, originario di Novafeltria e verucchiese d’adozione, che ha terminato al dodicesimo posto nella “bicilindrica”, la categoria di sua competenza, e 56esimo nella classifica generale.

Abbiamo sentito Mirco Bettini appena rientrato in Italia: martedì (21 gennaio) sarà protagonista di una piccola festa di bentornato presso Ugolini Motor Ciclo di Rimini. Prima del brindisi, è tempo di bilanci.

“Per quello che era il mio obiettivo è andata bene, dovevo portare la mota in fondo e non era scontato. Abbiamo fatto 6000 km e 5000 circa erano di prove speciali. I trasferimenti li abbiamo fatti quasi tutti al buio e al freddo, è stato veramente tosto e impegnativo. Il percorso lo hanno fatto molto più duro degli altri anni: questa gara è in diretta competizione con la Dakar, che si è spostata dall’Africa. Hanno alzato molto il livello di difficoltà. L’anno scorso 3 km di dune, quest’anno 25-30 km, più volte al giorno”, ci racconta.

Come è andata nel dettaglio?
“La prima parte della gara, i cinque giorni in Marocco, conosco bene ed è andata benissimo, a parte qualche penalità. Entrato in Mauritania ho trovato un terreno molto difficile. Un po’ la stanchezza, ho fatto 7 km poi sono caduto e ho danneggiato tutta la strumentazione. Ho subito un forte trauma toracico e uno alla spalla. Mi sono ripreso dopo 15 minuti. Ho deciso di non salire sull’elicottero, altrimenti la gara per me era finita. Di notte il meccanico mi ha sistemato la moto e sono ripartito. C’è la possibilità di non finire tre tappe, diciamo che è un bonus”.

Ti sei divertito?
“Se non ti diverti, non fai una cosa del genere. È un sacrificio da paura(ride, n.d.r.”).

Questa è stata l’esperienza più dura che hai provato?
“Sì, questa è la più dura. Lo sapevo che sarebbe stata così: la moto è molto pesante e l’obiettivo infatti era arrivare alla fine. Comunque la moto è stata perfetta. Ne parlavo con Ugolini (Giampiero, titolare di Ugolini Motor Ciclo n.d.r), anche i team ufficiali hanno subito di tutto. Noi invece abbiamo fatto un cambio d’olio. L’ho messa alla frusta, ma non ho avuto alcun cedimento e problema. Una robustezza incredibile.”.

Ma in particolare qual è stato il momento più duro?Le dune della Mauritania sono state terribili. In Marocco le dune le ho fatte benissimo. In Mauritania ci hanno messo tanti, troppi km: la penultima tappa ben 25-30 moto, diciamo il 50% dei partenti della mattina, non sono usciti. La sera c’erano i pick up che andavano a prendere i piloti. Tante rotture, ma c’è chi è rimasto incastrato al buio nelle dune”.

Cosa ti ha lasciato quest’edizione della EcoRace?
“La solidarietà che c’è tra tutti i piloti. Siamo lì per correre, ma quando c’è bisogno di un aiuto per rialzare la moto, c’è sempre chi ti aiuta. Quando sono caduto, nel giro di poco in due si sono subito fermati per prestare soccorso. C’è un sentimento di amicizia e di mutuo soccorso che è spettacolare. E questo vale anche per i primi, per chi corre per vincere”.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Altarimini sui social