Molestie e violenza sul lavoro: l’appello di USL per proteggere le vittime

Da anni USL partecipa al calendario delle iniziative del 25 novembre

A cura di Michela Alessi Redazione
23 novembre 2025 08:27
Molestie e violenza sul lavoro: l’appello di USL per proteggere le vittime -
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Da anni USL partecipa al calendario delle iniziative del 25 novembre, coordinato con impegno e dedizione dall’Authority Pari Opportunità. Quest’anno il focus di USL, anche in ragione dell’istituzione, la scorsa primavera, dell’Osservatorio VeM e Punto di Ascolto, è sulle molestie e violenze che affliggono il mondo del lavoro.
Il titolo dell’evento proposto è “Violenze di genere, un problema economico, non soltanto sociale”. L’evento, già svoltosi in presenza lo scorso 17 novembre, verrà diffuso sui canali social di USL il 25 novembre.

Tra i relatori, oltre al Segretario Generale di USL Francesca Busignani, che ha guidato il dibattito, il Direttore di ILO San Marino e Italia Gianni Rosas, la neoeletta Presidente del Comitato Donne Etuc Rossella Benedetti, il Segretario della Federazione Servizi e Commercio Marco Santolini e il Responsabile dell’Osservatorio VeM Mattia Bastianelli.

Per il Segretario Generale di USL, Francesca Busignani, che ha aperto l’assise, è intollerabile che nel 2025 chi subisce violenza nei posti di lavoro, spesso per difendere la propria incolumità anche psicologica, non possa, in prevalenza, fare altro che dimettersi, rinunciando alla propria fonte di sostentamento e non potendo nemmeno accedere agli ammortizzatori sociali.
Aleggia dunque un senso di impunità che va combattuto in ogni modo, perché è chi aggredisce a dover essere punito e allontanato: non è accettabile che avvenga il contrario.

L’urgenza di rafforzare le tutele nei confronti di chi subisce violenza nei luoghi di lavoro è stata condivisa dal Segretario per gli Affari Interni Andrea Belluzzi che, presente all’evento, ha sottolineato con forza la necessità di far progredire i diritti, anche alla luce di nuove tecnologie e IA che potrebbero metterli in pericolo.

Presente anche Stiven Ciacci, Segretario particolare del Segretario per il Lavoro Bevitori, che a sua volta ha evidenziato il dovere di continuare a far rete per mettere in campo le azioni necessarie al contrasto della violenza.

Il Direttore di ILO Italia e San Marino, Gianni Rosas, ha ribadito che i luoghi di lavoro non possono essere ostili o tossici. Ciò impedisce a chi è sottoposto a vessazioni di continuare a restare sui luoghi di lavoro o di accedere ad avanzamenti di carriera.
“È intollerabile – ha detto – che alla fine dei conti a rimetterci siano le vittime, ovvero coloro che la violenza la subiscono. Questo accade tramite demansionamento o allontanamento. Anziché adottare provvedimenti disciplinari nei confronti degli aggressori, non facendo nulla, non prendendo alcun provvedimento, si allontanano le vittime.
Sono dunque necessarie modifiche e integrazioni al quadro lavoristico. Dal 2019 esiste una normativa, la Convenzione 190, ratificata da San Marino nel 2022, che all’art. 9 fa riferimento alla responsabilità dei datori di lavoro: devono esserci meccanismi di segnalazione sicuri e che rispettino la confidenzialità. Nei codici di condotta devono essere chiariti questi aspetti”.

L’intervento della dott.ssa Benedetti si è concentrato sulle risorse perse a causa di un mercato poco attrattivo per le donne:
“Se non vengono presi provvedimenti nei riguardi degli aggressori e la permanenza nel mondo del lavoro diventa fonte di grave stress a livello fisico e anche psicologico, la vittima alla fine se ne va anche quando non potrebbe permettersi di rimanere senza un lavoro.
Questo comporta gravi perdite economiche non soltanto per la vittima, ma pure per l’azienda che perde una persona formata, con competenze, su cui sapeva di poter contare.
Quando ci si lamenta che in determinati settori le donne non ci sono, bisognerebbe chiedersi perché.
Se una donna reputa un luogo di lavoro non sicuro, alla fine decide di ritirarsi.
Non è vero, ad esempio, che le donne non sono brave in matematica: è vero il contrario.
Determinati ambienti di lavoro risultano però inaccessibili a una donna, che alla fine preferisce andare a insegnare.
Questo a discapito dell’innovazione che le donne portano e che sta alla base stessa della competitività”.

“Dati e numeri alla mano – hanno concluso, amaramente, Santolini e Bastianellidall’esperienza dell’Osservatorio abbiamo visto che talvolta i danni della violenza sono irreversibili, perché chi la subisce spesso non trova mai più la forza di cercare un’altra occupazione e si allontana per sempre dal mercato del lavoro.
Per questo è nostro preciso dovere attuare tutti quegli strumenti che non solo rafforzino le tutele ex post, ma che prevengano ogni sorta di prevaricazione sull’altro”.

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