"Moria" di sportelli bancari nei territori dell'entroterra: 34% in meno in 10 anni
In dieci anni, dal 2015 al 2025, in Emilia-Romagna gli sportelli bancari sul territorio sono calati del 34%. Il caso approda in Regione


Tutelare i cittadini contro la riduzione degli sportelli bancari, soprattutto nei comuni dell’Appennino e delle aree interne. La richiesta dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna è emersa nel corso delle commissioni Bilancio e Politiche economiche, presiedute rispettivamente da Annalisa Arletti e Luca Quintavalla, riunite congiuntamente per l’audizione dei rappresentanti di Abi (Associazione bancaria italiana), della Federazione Bcc dell’Emilia-Romagna, di Anci e di Uncem sul tema: “La riorganizzazione della presenza degli istituti bancari in Emilia- Romagna: il presente e il futuro di un servizio essenziale per tutta la comunità”.
La preoccupazione delle forze politiche è suffragata dai numeri: in dieci anni, dal 2015 al 2025, in Emilia-Romagna gli sportelli bancari sul territorio sono calati del 34%. “Come Anci, come Comuni chiediamo al sistema bancario di invertire questa tendenza: spesso vengono chiuse banche anche dove i correntisti ci sono; gli sportelli bancari sono una ricchezza del territorio e, come gli sportelli postali, contrastano la desertificazione di Appennino e aree interne”, spiega Valentina Cuppi, sindaco di Marzabotto (Bologna) e delegata Anci. Sulla stessa linea Mario Bussone (Uncem) che ricorda come bisogna tutelare soprattutto chi vive nelle zone montane, a partire dall’Appennino: "uno sportello bancario è un servizio importante, specie per le persone anziane”.
“Per Abi il tema della presenza degli sportelli bancari sul territorio è molto importante: in Italia dal 2008 a oggi gli sportelli bancari sono passati da 34.000 a 20.000 con una media di 33 sportelli ogni 100.000 abitanti a fronte di una media europea di 30 sportelli per ogni 100.000 abitanti”, spiega Gianfranco Toriero, vicedirettore Associazione Bancari Italiani nazionale. Sulla stessa linea Sergio Gatti, direttore di Federcasse per il quale “le banche emiliano-romagnole in particolare e quelle italiane in generale sono solide e hanno superato i vari stress test. Ricordo che il 21% dei nostri sportelli bancari è in comuni situati in aree interne. Speriamo che anche le norme che regolano il settore bancario ci permettano di mantenerli”.
In un quadro segnato dal calo degli sportelli bancari c’è un dato in controtendenza, l’esperienza delle BCC (Banche di credito cooperativo): “Dal 2015 al 202, a fronte di un calo medio del 34% degli sportelli sul territorio, Bcc è calata solo dell1%. Nel 2022, sempre qui in commissione in Regione, avevamo assicurato piena attenzione: oggi in Emilia-Romagna abbiamo 396 sportelli in 165 Comuni dei 3030 della regione”, spiega Mauro Fabbretti, presidente della Federazione Bcc.
A introdurre i lavori della commissione e il dibattito seguito agli interventi dei rappresentanti del mondo bancario e degli enti locali è stato il presidente della commissione Politiche economiche Quintavalla, che ha spiegato che “l’audizione nasca dalla richiesta di diversi consiglieri per capire dai rappresentanti del mondo bancario quali possano essere prospettive e proposte per il mantenimento dei servizi nei territori montani”.
“La chiusura degli sportelli bancari favorisce lo spopolamento della montagna e delle aree interne: e non si dica che tanto c’è l’home banking visto che le stesse zone dove non ci sono gli sportelli bancari sono quelle non servite da Internet”, spiega Marco Mastacchi (Rete civica), mentre Lorenzo Albasi (Pd) ricorda come “ci sono comuni dove le banche sono aperte a giorni alternati e altri dove, oltre questo, gli sportelli sono ospitati in locali del Comune stesso. Sento parlare dal governo che la loro legge sulla montagna vuole risolvere anche questo problema, però quel provvedimento dà poche risposte e poche risorse”. Dell’insufficienza delle scelte statali sul tema parla anche Daniele Valbonesi (Pd) che ricorda in particolare la situazione dello spopolamento bancari in provincia di Forlì-Cesena e sulla legge per la montagna è chiaro: “Ci sono buone intenzioni, ma poche risorse”. “Pr risolvere il problema degli sportelli bancari bisognerebbe, come nel caso di quelli postali, cominciare a riconoscere la responsabilità sociale di banche e Poste”, sottolinea Lorenzo Casadei (Movimento 5 Stelle).
Sul tema la commissione Politiche economiche ha anche approvato una risoluzione di Rete civica a firma Marco Mastacchi e Elena Ugolini emendate dal Pd (Luca Sabattini) e da FdI (Alessandro Aragona) che chiede alla Regione di promuovere, in sede di Conferenza Stato-Regioni e presso il governo, l’adozione di misure urgenti e coordinate per il mantenimento e il rafforzamento dei servizi bancari nei comuni montani, rurali e delle aree interne.