Nasce tra Rimini e Santarcangelo il primo burger gluten free romagnolo
Da Rimini una nuova idea di fast food per celiaci, che mette al centro la ricerca, l’identità romagnola e l’eccellenza artigianale

Un mercato in espansione, che in Italia vale già più di 400 milioni di euro l'anno, in cui tanti, troppi vorrebbero allungare le mani. Quello del gluten freeè ancora un settore in cui l'improvvisazione spesso la fa da padrone, con ristoratori più interessati al guadagno facile che alla tutela alimentare e dove un celiaco non sempre riceve la qualità che meriterebbe. Oggi certo, con 23.214 casi accertati solo in Emilia Romagna, un celiaco non è più costretto – come capitava qualche anno fa - a doversi portare la "sua pasta" da casa o a rinunciare per forza alla pizzata con gli amici, ma spesso qualità e gusto lasciano molto a desiderare. Federico e Filippo Bordoni, titolari diBirgo Burger, sono partiti da qui. Obiettivo: preparare il primo hamburger romagnolo per celiaci, così simile all'originale da risultare praticamente identico alla sua versione con farina di grano.
Difficile chiamarlo azzardo, perchè lo sviluppo – fatto di analisi, ricerca e ripetuti tentativi – è andato avanti per mesi. Eppure l'invenzione del nuovoGluten Free Birgo Burger, ovvero di un prodotto che rispondesse alla domanda di un mercato in crescita senza creare cortocircuiti con la tradizione, rappresentava una vera e propria scommessa per i due fondatori. Una scommessa vinta, almeno a giudicare dal primo weekend.
La linea gluten free ha fatto colpo: oltre 250 hamburger sfornati nel primo weekend di delivery e soltanto nella sede di Rimini, in via Coletti.
Oggi Birgo Burger, tre punti vendita tra San Vito e Rimini, è un marchio solido. Ma nonostante i numeri importanti, il legame col territorio e il rispetto delle radici agricole sono sempre stati parti integranti della sua brand identity. Guai a fare passi falsi, insomma. "Non abbiamo semplicemente aggiunto un panino al nostro menù", spiega Federico Bordoni. "Abbiamo investito, ristrutturato il locale, costruendo una seconda cucina dedicata, ma soprattutto abbiamo fatto ricerca per mesi: tutto per un solo panino che fosse coerente con il nostro storytelling e con il percorso di questi anni. Creare un prodotto estemporaneo solo per provare a vendere qualche hamburger in più non avrebbe avuto senso, anche perchè stiamo parlando non solo di gusti personali ma di salute. E con la salute non si scherza".
Dopo diversi flirt, tutti made in Romagna, galeotto l'incontro con il panificio Chérta Zala, partner e fornitore di fiducia, che a Santarcangelo ha già rivoluzionato il mercato del gluten free. "La partnership con Chèrta Zala è stata determinante ovviamente",ammette Bordoni."L'obiettivo era creare un prodotto che visivamente fosse identico e che non risultasse chimico, artificiale al gusto, problema ricorrente nei prodotti da forno senza glutine. In più, oltre a mantenere un prezzo in linea con gli altri panini, volevamo far respirare la Romagna. La nostra è una storia di campagna, non siamo una grande catena di fast food: la carne di Fontetto, il ketchup da agricoltura biologica sono elementi imprescindibili, non abbiamo tralasciato nessun dettaglio per renderlo coerente con la nostra storia. Ecco perchè parliamo del primo vero hamburger gluten free romagnolo. Continueremo comunque a fare ricerca, vogliamo rivoluzionare il mercato del fast food senza glutine: l'obiettivo è assottigliare le differenze fino a rendere i nuovi panini identici alla loro versione con farina di grano".