Negoziati sull’Iran a Ginevra, nuova ondata di missili su Israele
Netanyahu: "Fermare il nucleare con o senza Trump"

Mentre la diplomazia internazionale cerca uno spiraglio a Ginevra per contenere le tensioni sul nucleare iraniano, il Medio Oriente è scosso da una nuova escalation. Israele è stato colpito da una pioggia di missili che ha causato gravi danni a Beer Sheva e Haifa, con un bilancio di 17 feriti. In risposta, un raid israeliano ha colpito una base militare iraniana, provocando la morte di undici pasdaran.
Nel frattempo, nella città svizzera proseguono intensi colloqui tra i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito – il cosiddetto gruppo E3 – e il capo negoziatore iraniano Abbas Araghchi. Secondo fonti diplomatiche, Teheran si sarebbe detta pronta a discutere limitazioni al programma di arricchimento dell’uranio a uso civile.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha confermato che l’E3 ha presentato a Teheran "un’offerta negoziale completa, diplomatica e tecnica", con l’obiettivo di evitare un’ulteriore escalation e riportare l’Iran nei limiti dell’accordo sul nucleare.
Tuttavia, l’incertezza regna attorno alla posizione degli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump non ha ancora fatto sapere se Washington appoggerà il nuovo tentativo europeo. In questo scenario, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lanciato un chiaro avvertimento:
"Israele eliminerà la minaccia del nucleare iraniano, con o senza il sostegno degli Stati Uniti."
Sul fronte della sicurezza nucleare, il direttore dell'Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), Rafael Grossi, ha dichiarato che non sono state rilevate fuoriuscite di radiazioni in Iran dopo i recenti raid, pur sottolineando che "il rischio resta concreto".
Nel frattempo, in diverse città iraniane migliaia di persone hanno preso parte a manifestazioni anti-israeliane al termine della preghiera del venerdì, confermando un clima di tensione crescente nella regione.