La storia: ‘Baldo’ e le nozze d’oro con la sua edicola. "Vi racconto la mia vita da strillone"

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 Il 5 maggio Giancarlo Baldiserra taglia un traguardo storico: le nozze d’oro. Già, ma la sua compagna da una vita, oltre alla moglie Pia che lo affianca con generosità e passione, è in questo caso l’edicola, la sua creatura, che vide nascere nel lontano 1968 in via Lagomaggio. Allora la rivendita di giornali era un sogno, ora è un bene da difendere con forza per evitargli la morte: su questa attività, infatti, pochi vogliono investire visto la fortissima crisi dell’editoria che ha più che dimezzato le vendite dei quotidiani e delle riviste. “Una volta si interessavano per rilevarla, invece ora è calato il silenzio” dice Giancarlo con un velo di amarezza.
La storia di Baldiserra fotografa alla perfezione la trasformazione della società.  “Baldo” – così chiamano Giancarlo simpaticamente un po’ tutti – in gioventù, dopo aver fatto il falegname, venne ingaggiato da un parente del suo datore di lavoro per dargli una mano come strillone, cioè il venditore di giornali nelle strade, sulle piazze e ovviamente in spiaggia. “Uno dei mestieri scomparsi, che mi ha permesso di vivere dignitosamente e di vivere girando tutta l’Italia, lavorando e divertendomi – spiega Baldo che ha 77 anni – . Ho frequentato alberghi,  ristoranti e locali. Fui chiamato dal Corriere della Sera per la sua campagna di rilancio; si vendeva il Corriere della Sera al mattino, il Corriere d’Informazione al pomeriggio e alla notte con l’ultimissima edizione. Oltre al fisso avevo una percentuale sulle copie”.
Quali sono state le sue tappe?
“Sono stato un po’ dappertutto, da nord a sud, da Roma a Milano. Eravamo tre, quattro ragazzi con cinque, sei auto. A Rimini lavoravo soprattutto la spiaggia. Si partiva verso le 9,30. Poi alberghi, piazze, locali. Ho fatto anche sei edizioni del Giro d’Italia per Carlino e Stadio. Ho girato tutta la Puglia, per una stagione invernale mi hanno spedito a Cortina. Bei tempi”.
Lo strillone che segreti aveva?
“I giornali tiravano allora, riuscivo a venderne fino a 230 al giorno. Prima di fare il mio giro sottolineavo col lampostil rosso gli articoli e i titoli a mio giudizio più accattivanti e li rilanciavo. Di sicuro guadagnavo in proporzione più allora che adesso”.
Ora di quotidiani se ne vendono pochi. Come mai?
“Le edicole tra dieci anni scompariranno, tutti leggeranno le notizie sul computer e sul telefonino. La tecnologia ci ha ammazzato. Sa che avevo clienti che acquistavano due, tre quotidiani e adesso non ne prendono neppure uno? Io me la cavo perché ogni mattina in bicicletta recapito tra i sessanta e settanta giornali ai miei clienti, da Bellariva a piazza Tripoli. Offro un bel servizio”.
 Liberalizzare i punti vendita potrebbe essere una soluzione?
“Non cambia nulla. Vicino a me ci sono punti vendita estivi, ma la torta è sempre la stessa”.
La domenica è sempre il giorno di maggiore incasso?
“Una volta, ora quasi non più. All’uscita della messa avevo la fila per acquistare il giornale, il Carlino in particolare, ora è come qualsiasi altro giorno. Trent’anni fa si viaggiava sulle 150-200 copie al giorno, ora siamo sulla metà. Nei giorni di pioggia vendevo vagoni delle collezioni di Tex e Topolino, ora è roba per pochi collezionisti. Domenica non ho venduto una rivista. Ha presente Sorrisi e Canzoni? Si viaggiava  tra le 70 e le 80 copie. E’ successa la rivoluzione. Se non ci fosse la vendita dei gadget potremmo tutti chiudere. Vede lì – chiede indicando la parte esterna – ce ne sono più di 150 e il ricambio è continuo. Tenerci dietro è un’impresa”.
Lei ha 77 anni. Perché non va in pensione?
“Potrei, ma tiro avanti per la grande passione che a volte si mischia con la tristezza; finché ci animerà io e mia moglie non molleremo. Sto in mezzo alla gente, raccolgo gli sfoghi. Vivo”.
Baldo, i giornali li legge?
“Io li leggo e mi piace scrivere – dice mostrando riviste a cui ha spedito lettere – Ho mandato una lettera al direttore di Chi Alfonso Signorini raccontando la mia storia e toccando il tema della crisi dell’editoria: mi ha risposto elogiandomi per la mia passione”.
Ai giovani che dice?
“Ragazzi, non perdete il gusto della lettura”.

Stefano Ferri

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