VIDEO: il blitz nella casa di riposo, arrestata la titolare per abbandono di persone e maltrattamenti
Blitz dei Carabinieri dei Nas di Bologna coordinati dal Maggiore Umberto Geri nella casa di riposo e casa protetta per anziani "La Collina" di Mondaino (si trova in piazza Montebello 3): nell'operazio...

Blitz dei Carabinieri dei Nas di Bologna coordinati dal Maggiore Umberto Geri nella casa di riposoe casa protetta per anziani "La Collina" di Mondaino (si trova in piazza Montebello 3): nell'operazione, denominata "Collina degli orrori", arrestata l'amministratrice Maria Luisa Bulli, 57enne, già nel 2001 al centro di un'indagine riguardante la stessa struttura – aveva un'altra denominazione – gestita allora da un'altra società. Con lei indagati anche un infermiere 56enne foggiano ai domiciliari, una 48enne bulgara operatrice sanitaria, un infermiere senegalese 52enne e tre operatori sanitari: un 33enne di Pesaro, un 27enne di Napoli (tutti con obbligo di firma) e un 38enne albanese. L'indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Rimini (Pm Paolo Gengarelli) – Gip Vinicio Cantarini – è scattata a giugno su segnalazione dell'Ausl che aveva rilevato delle criticità nella struttura. A giugno sono scattate le indagini che hanno portato all'operazione di giovedì mattina in cui sono stati convolti i Comandi provinciali di Rimini, Forlì, Pesaro e del 13° Elinucleo di Forlì. I reati contestati vanno dall'abbandono ai maltrattamenti, dall'abuso dei mezzi di correzione o di disciplina alla falsità ideologica, dall''esercizio arbitrario delle proprie ragioni alla truffa e all'insolvenza fraudolenta.
E' stato inoltre messo disposto il sequestro preventivo dell'immobile adibito a casa protetta di proprietà di Maria Luisa Bulli (valore stimato circa 2 milioni di euro) nella cui abitazione sono stati rinvenuti 8 fucili e 4 pistole al vaglio degli investigatori: è stato affidato ad un custode amministratore giudiziario con la contestuale nomina del direttore della struttura indicata dall'Ausl della Romagna, per la gestione sanitaria. Sequestrati, infine, in via preventiva i conti correnti bancari dell'arrestata. Nella casa di riposo, che poteva accogliere fino a 40 persone, erano 36 gli ospiti (la retta mensile oscillava tra i 30 e i 1.700 euro al mese); le condizioni igieniche erano precarie: su tutti i piani c'era un odore nauseabondo di feci e urine. Nella cucina trovati alimenti scaduti anche se in piccola quantità, in generale per quanto riguarda le derrate alimentari sia la quantità sia la qualità era insufficiente.
Secondo quanto accertato dai Nas, il personale era fortemente insufficiente per accudire gli anziani tanto che erano appena due i dipendenti al lavoro al moneto dell'arrivo delle divise.
L'indagine si è sviluppata attraverso il monitoraggio della struttura, servizi di pedinamento e osservazione, intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno fatto emergere come gli anziani non venissero seguiti a dovere e, in alcuni casi, lasciati vagare per il paese fino a quando non ci si rendeva conto che si erano allontanati. Gli stessi operatori somministravano tranquillanti, non prescritti dalle terapie, per tenere sedati gli ospiti in maniera tale che non causassero problemi.
Il tutto evidenziato anche dalle intercettazioni ambientali: "Quella volta che ha dato i calci nelle palle a Filippo c'eri anche tu!","se suoni ti spezzo le gambe!","Ti spacco il campanello e te lo ficco in gola", sono solo alcune delle frasi catturate dai Carabinieri e dette dagli infermieri coinvolti nella vicenda. L'organizzazione era precaria: oltre allo stato di abbandono riscontrata l'assenza di medicinali, il mancato rispetto dei piani terapeutici, somministrazioni di calmanti non prescritti.
Il personale impiegato era insufficiente per le necessità degli ospiti e spesso veniva utilizzato per altre mansioni ed era frequente il turn over in quanto i dipendenti non venivano pagati con regolarità. Addirittura spesso gli animatori svolgevano il ruolo di operatori sanitari e somministravano le terapie (un infermiere non era abilitato).
Due anziani ospiti, a causa delle loro condizioni, sono stati trasportati in ospedale per le cure del caso.
Le indagini hanno evidenziato oltre 50 accessi al Pronto Soccorso da gennaio 2017 a luglio 2018 per sospette "cadute accidentali" e sono emersi oltre 100 casi di abbandono e maltrattamenti nei confronti di almeno 25 ospiti: in certi casi la prognosi è stata di 60 giorni.
Nelle operazioni i carabinieri erano affiancati da medici dell'Ausl: verificati sei casi di piaghe da decubito in stato avanzato mentre due anziani ospiti, a causa delle loro condizioni, sono stati trasportati in ospedale per le cure del caso.
L'attività investigativa continua.