Camionista guidava da anni con patente falsa ma viene assolto. Ecco perchè
Non essendoci la prova che sia stato lui a contraffare il documento, il giudice ha così assolto l'imputato

Scappò dal Kurdistan per cercare fortuna in Italia. Riuscì a trovare lavoro e a inserirsi nel nuovo contesto sociale, ma dopo molti anni finì nei guai, perché fu scoperta la falsità della sua patente. Un 37enne residente a Savignano, difeso dall'avvocato riminese Nicolò Durzi, si è trovato così a processo accusato di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. L'uomo però è stato assolto perché il fatto non costituisce reato.
I FATTI. Il giovane curdo arrivò in Italia nel 2001. Iniziò a lavorare come camionista, ma non fu l'unico impiego che assunse per mantenersi e per inserirsi nel tessuto sociale italiano. Nel 2015 avviò la pratica per la conversione della sua patente turca in patente italiana. In quell'occasione emerse la contraffazione del documento. Il ragazzo si trovò così in Tribunale, sul banco degli imputati. In udienza, attraverso la testimonianza di diverse persone, tra cui la moglie, è emerso che il 37enne aveva regolarmente dato gli esami di teoria e di pratica, sostenendo anche le spese, ma evidentemente era finito nella truffa di abili malviventi, che avevano aperto una finta scuola guida. Il giudice ha così assolto l'imputato, considerando verosimile la versione della difesa e non essendoci la prova che sia stato lui a contraffare il documento.