Rimini, addio alla caserma "Giulio Cesare". L’omaggio della città

Il ricordo del Vicesindaco Lisi:"Una storia profondamente intrecciata con quella della nostra città"

Un momento della cerimonia di commiato alla caserma "Giulio Cesare"

Reggimento artiglieria controaerei “Ravenna”. Martedì pomeriggio, all’interno della caserma “GiulioCesare”, la cerimonia in armi, alla presenza della Bandiera di Guerra del 121° reggimento, con la partecipazione delle massime autorità militari e civili locali. In serata, „il saluto alla città, a cui il gruppo di Artiglieria è profondamente legato, con il concerto aperto alla cittadinanza della Banda dell'Artiglieria Controaerei, nella piazza Francesca da Rimini. “Una cerimonia toccante – ha ricordato Gloria Lisi – per salutare un Gruppo di grandi professionisti che, dal dopoguerra ad oggi si è profondamente legato alla nostra città. Tanti giovani, da ogni parte di Italia, hanno svolto servizio alla “Giulio Cesare” e molti di loro hanno fatto carriera e hanno creato la loro nuova famiglia a Rimini. Tanti i riminesi, io sono tra quelli, ci sono passati davanti per tanti anni, chiedendosi cosa succedesse all'interno, buttando un occhio alla statua semi nascosta di Giulio Cesare. La festa è stata anche un momento di apertura alla città che per tanto tempo ha ospitato questo spazio nascosto ma così importante per la nostra sicurezza di tutti i giorni. é stata una grande emozione poterlo finalmente visitare e scoprire che, dentro, ci sono militari e persone di grande preparazione professionale ed umanità. Tanti gli aneddoti; in particolare mi ha colpito quello di un militare che, in un momento di riposo fuori servizio, si spinse immediatamente ad aiutare un senza fissa dimora, la cui coperta stava andando a fuoco, lanciandosi con il suo cappotto a spegnere le fiamme. Sono gesti di eroismo quotidiano e fuori dai riflettori che hanno caratterizzato questo luogo. Ecco perchè ieri, insieme alle autorità, era tutta la nostra comunità, idealmente, ad abbracciare e ringraziare questo pezzo di storia riminese che ci saluta”.

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