Crisi economica post coronavirus

Economia Post-Covid: opportunità e criticità secondo Fabrizio Di Amato, presidente Maire Tecnimont

Ripartire dopo una crisi come quella appena vissuta dall’Italia non è certamente facile

Recentemente Fabrizio Di Amato, presidente e fondatore della Maire Tecnimont, ha rilasciato un’interessante intervista a Forbes, cercando di tracciare una linea per il dopo Coronavirus dal punto di vista delle grandi imprese italiane.

Ripartire dopo una crisi come quella appena vissuta dall’Italia e che ha ancora un forte impatto su ampie zone del mondo non è certamente facile, per questo bisogna partire dal comprendere quali siano le opportunità e le criticità di questa fase. Fabrizio Di Amato, presidente e fondatore del Gruppo internazionale Maire Tecnimont, uno degli attori più importanti a livello globale nella trasformazione delle risorse naturali in prodotti innovativi, è partito dall’osservare come questo sia un momento di transizione e come i pericoli nell’affrontare una situazione nuova siano solitamente due. Da un lato infatti si corre il rischio di perdere terreno e rimanere indietro e dall’altro, all’inverso, ci si espone alla possibilità di assumere un ruolo pioneristico: entrambe queste posizioni sono sbilanciate ed espongono il proprio modello di business a pericoli. Per questo motivo l’imprenditore romano fa un esempio di come si possa investire con razionalità ed equilibrio: NextChem è una società lanciata a fine 2018 attiva nel campo della chimica verde e dell’economia circolare che raccoglie però diverse competenze e iniziative già messe in campo dal Gruppo. In sostanza si è cercato di creare un unico abilitatore industriale per coordinare i vari elementi ed arrivare ad una posizione di rilievo nel campo della transizione energetica.

In tutto il mondo, inoltre, si stanno stanziando miliardi di investimenti a testimonianza di come da questa crisi si stia originando un’altra opportunità. Dalla sua esperienza di presidente del gruppo Maire Tecnimont, Fabrizio Di Amato si dice speranzoso su questo nuovo fenomeno, che potrebbe rappresentare anche la soluzione all’eccessiva burocratizzazione dei processi. Nel nostro paese, come anche in altre realtà, le normative e le procedure sono spesso il vero impedimento alla realizzazione di infrastrutture e grandi opere.

L’imprenditore romano non vede dunque tanto un problema a livello economico, dato che il nostro paese al momento può disporre di finanziamenti per 250 miliardi di euro erogati dalle istituzioni UE, di cui ben 190 liberi nell’indirizzo, ma piuttosto nella scarsa attenzione posta finora al bisogno di snellire le procedure. Favorendo l’imprenditorialità si potrebbe assistere ad un’accelerazione delle grandi opere, a partire da quelle infrastrutture che mettono al centro la sostenibilità ambientale. 

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