Uno Bianca: prescrizione per l'armiere, che ora chiede 2 milioni di danni
La sentenza per l'ungherese Tamas Somogyi dopo 20 anni di processi


Dopo 20 anni di processi con l'accusa di aver fornito nel 1993 armi alla banda della Uno Bianca, una sentenza in contumacia a otto anni di carcere, di cui sei scontati, poi annullata dalla Cassazione in seguito a una decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo, e una nuova condanna nel 2014 (sempre a otto anni) del Tribunale di Rimini, arriva la prescrizione per l'ungherese Tamas Somogyi, oggi 69enne, come stabilito dalla Corte d'Appello di Bologna. Una vicenda giudiziaria lunga e tortuosa, ma che non si è ancora conclusa del tutto visto che il legale di Somogyi, l'avvocato Massimiliano Scaringella, è deciso a chiedere un risarcimento di due milioni di euro per quella "ingiusta detenzione".
L'ITER GIUDIZIARIO La prima sentenza di condanna che riguardava l'ungherese, infatti, inflitta a Rimini nel 1999 in contumacia per traffico d'armi venne dichiarata nulla dalla Cassazione nel 2006 per l'inesistenza della notifica, dopo che la Corte europea aveva sanzionato l'Italia e sancito il diritto a un nuovo processo per la lamentata violazione del diritto di difesa. A questo punto il legale di Somogyi propone appello contro la sentenza di condanna di Rimini, e la Corte di Bologna, dopo aver accertato che l'ungherese non aveva mai ricevuto alcuna notifica del procedimento, rinvia gli atti al Gip riminese. Si celebra così un nuovo processo e Somogyi nel 2014 viene ancora condannato, come 13 anni prima, in un processo durante il quale sono intervenuti come testimoni i fratelli Savi e Eva Mikula. Contro questa decisione Scaringella presenta un ultimo appello e dopo sei lunghi anni, questa estate, la Corte bolognese dichiara il "non doversi procedere" perché il reato è estinto per intervenuta prescrizione. I termini, infatti, sono decorsi dal 2008.
L'AVVOCATO DI SOMOGYI ALL'ATTACCO "In tutto questo Somogyi è stato circa sei anni in carcere – sottolinea l'avvocato Scaringella – per una sentenza dichiarata nulla. Tra l'altro la Corte d'Appello di Bologna ha dichiarato l'intervenuta prescrizione 'de plano', ancor prima dell'udienza. Non è semplice quantificare una ingiusta detenzione, ma a breve depositerò una richiesta di risarcimento di due milioni di euro alla Corte d'Appello. Dopodiché, se servirà, ci rivolgeremo alla Corte Europea".