Il cicloturismo si prepara a conquistare una fetta importante del mercato turistico italiano. La conferma arriva anche dal corso nazionale guida mountain bike, organizzato dall'Accademia Nazionale di Mountain Bike, che si è svolto a Rimini dal 22 al 25 aprile, con la partecipazione di circa 60 allievi. Nell'epoca pre Covid la quasi totalità dei cicloturisti, in Italia, erano stranieri. Ma qualcosa è cambiato con la pandemia. Un turismo limitato ai confini nazionali ha spinto molte persone a scoprire il cicloturismo, a esplorare e vivere zone di Italia in sella alla bicicletta. "Prima il 90% del cicloturismo svolto in Italia era straniero. Oggi il disastro collettivo del Covid ha dato opportunità agli italiani di riscoprirlo. Ciò toccherà tutte le zone di Italia, non solo le regioni in cui il cicloturismo era già realtà, come il Trentino, il Veneto e la Toscana", rileva Otello Gazzola dell'Accademia Nazionale di Mountain Bike. Anche il sud sta scoprendo il cicloturismo, seguendo la scia della Sicilia, "anche se i bike hotel sono pochi". Lo sviluppo del cicloturismo darebbe una spinta anche sul versante dell'occupazione. Ecco perché il crescente interesse anche per la figura dell'accompagnatore in bicicletta e mountain bike. "Noi abbiamo iniziato 25 anni fa, agli albori della mountain bike. Prendiamo degli appassionati e li trasformiamo, da una passione alla professione. Molti hanno trovato uno sbocco lavorativo. I ragazzi dello staff fanno questo mestiere di professione, danno anche consulenza tecnica e meccanica", evidenzia Gazzola. Al corso di Rimini erano presenti aspiranti guide da tutta Italia, affidati agli istruttori storici dell'Accademia Nazionale di Mountain Bike: Franco Formenti, Michele Faggiano, Andrea De Maria, Valerio Podavini. Come location è stata scelta Rimini, "un territorio turisticamente ideale", grazie "al mare, la pianura, alle ciclabili e ai posti suggestivi e più impegnativi dell'entroterra".