Marco Pantani, "Con lui due escort": Mamma Tonina di nuovo dai carabinieri

Secondo la madre, Marco è stato ucciso da qualcuno e non da un’overdose di farmaci

La madre di Pantani

La madre di Marco Pantani, Tonina, ieri è stata dai carabinieri del Nucleo investigativo per consegnare un nuovo "dossier" sulla morte del ciclista di Cesenatico, in un residence della città romagnola. Lo riferisce la stampa locale, spiegando che Marco è stato ucciso da qualcuno e non, come recitano ormai tutte le sentenze, da un’overdose di farmaci. Mamma Tonina ha concentrato la sua deposizione anche questa volta sugli ultimi giorni di vita del figlio, soffermandosi, in particolare, sulle due "escort" che la mattina del 14 febbraio avrebbero incontrato il Pirata nella sua stanza al residence. 

Un fascicolo che, però, rimane a 'modello 45', anche dopo la nuova testimonianza: non si ipotizzano reati e non ci sono indagati. A sollecitare in qualche modo la ripresa degli accertamenti era stata la commissione parlamentare antimafia, che ha inviato ai magistrati riminesi una relazione dove c'è, tra l'altro, l'audizione, in parte secretata, di Fabio Miradossa, il pusher che patteggiò nel 2005 una pena per spaccio di cocaina legato alla morte di Pantani. "Marco è stato ucciso, l'ho conosciuto 5-6 mesi prima che morisse e di certo non mi è sembrata una persona che si voleva uccidere. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio, ha sempre detto che non si era dopato", le parole di Miradossa, a gennaio 2020. Il pm riminese Luca Bertuzzi recentemente ha richiesto la registrazione completa della deposizione. Lo stesso Miradossa, però, già sentito nell'ambito del nuovo fascicolo, non avrebbe aggiunto nulla di rilevante a ciò che la prima e la seconda indagine sulla morte del Pirata avevano appurato. Nell'archiviare, nel 2016, la Procura di Rimini definì fantasiosa e priva di fondamento l'ipotesi di un omicidio e la Cassazione, un anno dopo, rigettò il ricorso della famiglia. Ma la madre, che nel frattempo si è rivolta a un nuovo legale, l'avvocato Fiorenzo Alessi, non molla ed è stata sentita per l'ennesima volta in Procura, dopo aver consegnato un corposo dossier con documenti e spunti investigativi, e ora anche dai carabinieri. Finora, anche se varie ricostruzioni giornalistiche hanno adombrato scenari alternativi, le inchieste hanno detto che Pantani morì da solo, in una stanza del residence 'Le Rose', chiusa dall'interno. Per un'azione prevalente di psicofarmaci, così da far pensare più a una condotta suicida, che a un'overdose accidentale. È stata fin qui sempre esclusa l'ipotesi di un'assunzione sotto costrizione. Non hanno portato a risultati neppure gli accertamenti su un presunto intervento della Camorra al Giro d'Italia del 1999, quando Pantani venne escluso per l'ematocrito alto, il 5 giugno. Per il campione quel giorno di giugno a Madonna di Campiglio fu l'inizio della fine. Una fine tragica e prematura per un grande sportivo, difficile da accettare per tanti appassionati e soprattutto da chi gli voleva bene e che continua a chiedere che sia fatta piena luce.
 

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