Il brigante di Perticara Martignon graziato: successo per il Processo alla storia
La giuria popolare è stata convinta dall'arringa difensiva dell'avvocato Piero Venturi

Martino Manzi detto "Martignon" è stato amnistiato, nella rievocazione delll'iniziativa "I processi alla storia", curati dall'avvocato Lorenzo Valenti.
Ieri (domenica 11 settembre) si è tenuto il processo a Martignon nella cornice del teatro Mariani di Sant'Agata Feltria: alla sbarra il brigante che il 15 settembre del 1872, a San Donato di Sant'Agata Feltria, uccise tre carabinieri. Una figura che è rimasta nella tradizione popolare della Valmarecchia, ricordato nelle veglie, nelle canzoni e negli scritti.
La partecipazione all'evento è stata notevole, gremiti sia il teatro che la sottostante Sala delle scuderie. La ballata di Martignone, suonata da Domenico Bartoli e Andrea Santarelli, ha dato il via al processo: il pubblico giuria popolare, mentre la Corte d'Assise era presieduta da Lorenzo Valenti, dall'avvocato Gianguido Maggioli e dal cancelliere Teresa Giotti.
A interpretare Martignon è stato il bravissimo Marco Giulio Magnani, mentre nel processo hanno preso parola il Procuratore del Re, impersonato dal sostituto procuratore Davide Ercolani, l'avvocato difensore Piero Venturi, il Delegato di Pubblica Sicurezza Davide Cangini, il direttore della miniera Carlo Evangelisti (presidente del Parco dello zolfo Romagna Marche), Lucia Cantori (interpretata da Francesca Viola Mazzoni) e Franco Vicini, ex sindaco di Sant'Agata.
"Nella sua requisitoria il Procuratore del Re ha magistralmente ricostruito i fatti con dovizia di particolari, sottolineando l’efferatezza delle uccisioni dei tre carabinieri ed il carattere estremamente violento dell’ambiente minerario", ha evidenziato Valenti, a commento dell'iniziativa.
"La difesa, evidenziando la durezza della vita di miniera, ha posto l’accento sugli ideali di riscatto sociale e di ribellione ai soprusi dello Stato monarchico liberale da poco insediato che animavano la comunità dei minatori ed in particolare Martignon che ne diventò poi il capro espiatorio", così l'avvocato Valenti ha invece riassunto l'arringa difensiva del collego Venturi.
Alla fine entrambe le parti hanno riconosciuto la colpevolezza dell’imputato in ordine al reato di pluriomicidio a lui ascritto. L’accusa ne ha chiesto cosi la pena di morte tramutata in carcere a vita. La difesa, in considerazione delle attenuanti di carattere morale sociale e storico, ha richiesto l’applicazione della amnistia e la riabilitazione storica dell imputato.
Il pubblico, con 99 voti contro 80, ha scelto di assolvere Martignon.