Uccise il vicino, colpo di scena: l'omicida rischia l'ergastolo, contestati i futili motivi
Cambia il Sostituto Procuratore, che riformula l'accusa

Nuovi sviluppi giudiziari sul caso inerente la morte di Nicola Donadio, 50enne originario di Potenza ucciso a Misano il 13 gennaio 2022 dal vicino, un 54enne cittadino italiano, di origine slovena., che al culmine di una lite lo colpì alla testa con un manubrio da palestra. Il Sostituto Procuratore Paolo Gengarelli, che ha rimpiazzato Luigi Sgambati, trasferitosi in un'altra Procura, ha riformulato l'accusa, contestando i futili motivi quali aggravanti del reato di omicidio: niente rito abbreviato, con sconto di un terzo della pena, e rischio di ergastolo in caso di condanna.
Grande sorpresa da parte del legale dell'imputato, l'avvocato Guido Caparrini, che ha presentato questione di inammissibilità, respinta dal gip Bianchi, citando una pronuncia della Cassazione a sezioni unite del 2019: la riformulazione dell'accusa può essere giustificata solo per fatti nuovi provenienti da atti istruttori (e da eventuali supplementi di indagine), nessuna modifica può essere a discrezione del Procuratore o del Sostituto Procuratore, come invece avvenuto in questo caso, obietta l'avvocato difensore. Si andrà dunque al giudizio immediato, davanti alla corte d'assise, con prima udienza il 27 febbraio del 2023. La famiglia di Donadio si costituirà parte civile attraverso l'avvocato Massimo Melillo. L'avvocato dell'indagato chiederà comunque una perizia psichiatrica sul proprio assistito.