Rimini Calcio, l'onestà e le qualità di Gaburro sono il valore aggiunto

I biancorossi sono una solida realtà della categoria: non ci si deve porre obiettivi al ribasso

A cura di Redazione Redazione
24 ottobre 2022 11:43
Rimini Calcio, l'onestà e le qualità di Gaburro sono il valore aggiunto -
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di Riccardo Giannini

"Il calcio è bello per questo: a Siena potevamo perdere 4-0, oggi con la Fermana abbiamo dominato l'avversario e potevamo vincere 4-1". La serenità di Marco Gaburro in conferenza stampa, dopo il 2-2 beffardo con la Fermana, con due netti errori arbitrali a sfavore, è una medaglia al merito in un calcio inquinato dalle polemiche. Un allenatore che riconosce il valore della prestazione dell'avversario, nella fattispecie il Siena, in quel "A Siena potevamo perdere per 4-0", è un segnale di onestà intellettuale. Un bravo allenatore, al di là di qualche dichiarazione "mani avantista" che fa parte del gioco, deve essere onesto intellettualmente. Il Rimini con il Siena ha offerto una prestazione deludente e non sono d'accordo con i peana che hanno accompagnato il punto del Franchi (a parte quelli per Zaccagno, che meritava una statua per quanto fatto contro i bianconeri). É una questione di mentalità: il Rimini in questo momento deve pensare a vincere tutte le partite, nessuna esclusa e non c'è partita in cui il Rimini parta sconfitto; anche se oggettivamente Cesena e Virtus Entella hanno iniziato a carburare e la Reggiana stasera potrebbe portarsi in vetta a +1 sulle due rivali. I bianconeri hanno iniziato a ingranare, i liguri hanno aggiunto un pezzo da novanta, Ramirez (giocatore di grande qualità, dovesse star bene fisicamente, con la categoria non avrebbe davvero nulla a che fare), la Reggiana è una squadra fisica, esperta e strutturata, con ottimi attaccanti.

Gaburro è però un allenatore onesto, intelligente e meticoloso. Non perde le energie in vulcaniche esternazioni in conferenze stampa, ma tiene il giusto profilo basso. Studia le partite con cura del dettaglio, lavora sulle varianti tattiche. Poi può sbagliare, certamente, come quando a Siena punta su una squadra fisica mettendo però Tanasa mezzala e lasciando in panchina Eyango, che sta crescendo e merita una chance da titolare. Risultato: il centrocampo del Siena domina quello del Rimini. E forse è proprio il reparto di mezzo che in questo momento lascia qualche dubbio di piena efficienza, soprattutto al confronto con gli altri reparti. In difesa Tofanari e Haveri si sono dimostrati valide alternative ai titolari, Regini con la Fermana è cresciuto sul piano offensivo, mostrando una buona condizione fisica. Ma è l'attacco il reparto in cui i biancorossi hanno tante carte di valore da mettere sul tavolo. Gabbianelli da inizio stagione ha avuto una crescita esponenziale, Vano non sarà continuo, ma resta un ariete che pochi hanno in categoria, Santini divora km su km e colpisce inesorabile. Sereni e Piscitella daranno il loro contributo, quando si riprenderanno dagli infortuni.  Mencagli e Rosso contro la Fermana hanno dato ottime risposte. Mencagli si è mosso benissimo, con movimenti da numero 9 vero, dimostrando di meritare possibilità anche in questa categoria e dimostrando quanto un giocatore possa migliorare, tatticamente e non solo, se affidato alle cure dell'allenatore giusto. 

Allora il Rimini rialzi la testa, dopo due pareggi. Segua sempre il suo bravo allenatore, un valore aggiunto per la categoria, e  non si accontenti di obiettivi al ribasso. Lo ribadiamo: il Rimini non parte sconfitto in nessun gara. Le difficoltà certo arriveranno. Perché il Rimini ha sbriciolato tre formazioni (Alessandria, Olbia e Vis Pesaro) che si sono presentate al Neri con troppi giovani in campo. La Fermana ne ha messi tre. Non è un caso. Al Neri non si può pensare di fare un punto schierando formazioni di sbarbatelli. Oramai le avversarie lo hanno capito: il Rimini è una delle big del girone B di Serie C.  Un rispetto che i biancorossi si sono guadagnati sul campo. I tifosi siano contenti di ciò e non si accontentino del punticino, né si adagino sul confortevole alibi arbitrale. L'ultima cosa che Gaburro vorrebbe, ne siamo sicuri. 

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