La vicesindaca di Rimini Chiara Bellini torna a soffermarsi sulla crescente richiesta di orari scolastici a tempo pieno da parte delle famiglie, evidenziando che nell'ambito "Rimini conta un gap storico", essendo il territorio in regione "con meno classi a tempo pieno". Servono però più docenti e le nomine competono al Ministero dell'Istruzione. Rimini ha dunque le mani legate.
In attesa di novità dal Ministero dell'Istruzione, con cui i rapporti sono costanti in collaborazione con l'ufficio scolastico provinciale, il comune ha però deciso di avviare una sperimentazione locale.
Il consiglio di istituto della scuola primaria Lagomaggio ha approvato il progetto comunale per avviare, da dicembre, un gruppo educativo post scuola pomeridiano di stampo sperimentale che vedrà, nella sua fase iniziale, il coinvolgimento delle due prime classi presenti nella scuola. "Si tratta di aggiungere all'unica giornata già prevista dall'offerta educativa, altre quattro giornate di permanenza a scuola nel pomeriggio, comprensive di mensa scolastica e servizi di tipo ricreativo, socializzante e ludico con educatori ed educatrici professionisti".
"Non è certo questa la risposta strutturale che tutti noi ci aspettiamo dallo Stato, ma la priorità oggi è quella di lavorare con quello che abbiamo, cercando da subito, senza aspettare altri, di dare la risposta ad un bisogno crescente delle nostre famiglie", evidenzia Bellini. Alla scuola primaria Lagomaggio il tempo pieno si arricchirà di contenuti "di tipo diverso da quello prettamente scolastico, con un occhio alle capacità trasversali, ai laboratori", per una scuola "sempre più inclusiva e partecipativa". Al centro, evidenzia Bellini, "c'è il quartiere con le sue aspettative e i suoi bisogni speciali, dove la scuola gioca un ruolo non solo educativo ma anche di collante sociale, aggregativo e inclusivo".
"La speranza – chiosa la vicesindaca – è di poter offrire in tutta la città le stesse possibilità, potenziando la partecipazione dei territori, il coinvolgimento delle realtà locali e l'intraprendenza di educatori e personale, mettendo al centro non le necessità burocratiche ma le esigenze delle famiglie e i desideri dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze".