Anche Pennabilli ha la sua panchina rossa per dire stop violenze sulle donne
L'inaugurazione avvenuta ieri (sabato 26 novembre)

di Angelica Poggioli
È una fredda e piovosa mattinata. Pennabilli si è svegliata nella nebbia oggi (sabato 26 novembre), ma una luce diversa colora il piccolo comune dell’Alta Valmarecchia.
Un telo porpora nasconde l’oggetto protagonista di questa giornata, posto al centro della scena.
Sono le 10.30 di un sabato mattina come tanti, ma l’atrio dell’Istituto Comprensivo di Pennabilli quest’oggi è teatro di un evento speciale.
La sala rimbomba delle voci dei bambini e dei ragazzi, cuore pulsante del luogo.
Barbara Pinna prende la parola e declama l’inizio dell’evento sulle note di “Donna” di Mia Martini. Racconta come tutto è nato: un anno fa, dopo il primo evento pennese contro la violenza sulle donne, è emerso il desiderio di avere sul nostro territorio questo semplice ma potentissimo simbolo. Così, coordinata e gestita da lei stessa e da Francesca Arcangeli, parte una raccolta fondi per autofinanziare il progetto e, grazie al contributo della provincia di Rimini e al supporto dell’associazione D’la de Foss, oggi siamo qua a mostrarne il risultato.
Le innocenti mani di due bambini sfilano il telo e mostrano ai presenti la panchina rossa che verrà successivamente installata in Piazza Montefeltro.
Intervengono Ilaria Riccardi, rappresentante dell’amministrazione comunale e Don Mirco Cesarini, che ci ricorda quanto sia fondamentale nella vita di ognuno partire dall’educazione del cuore. Antonella Valli dà voce alle parole che le nostre adorate Monache Agostiniane della Rupe hanno dedicato a questo evento: la Chiesa è madre, la Chiesa è donna, sono le donne a custodire il mondo e “ferire una donna è oltraggiare Dio”.
Poi è il Prof. Saul Fucili a prendere la parola e, con voce carezzevole, ricorda come per lui e per i presenti uomini sia il momento di ascoltare e non di parlare. Inizia così il commovente contributo dei bambini e ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Pennabilli. Sono state recitate poesie, espressi pensieri, condivise riflessioni sul tema, frutto di attività sviluppate in classe nelle settimane precedenti. Era necessario far conoscere loro il problema e gli insegnanti sperano che questi approfondimenti possano attivare comportamenti corretti. Questo è il compito principale della scuola: educare e far crescere uomini (e donne) migliori.
Ora è Francesca a rammentarci quanto sia fondamentale per le donne vittime di violenza, di qualsiasi tipologia essa sia, avere un supporto per uscire dalla situazione nella quale si trovano. Nomina alcune delle Associazioni presenti sul territorio provinciale e regionale quali “Rompi il silenzio”, “Dire uomo” nato come supporto per la rieducazione dell’uomo violento, e introduce il “Francesca Center” di Bologna dando la parola alla Vice Presidente Maria Luisa Caliendi e alla Presidente Julia Frances Clancy. Il “Francesca Center” offre da oltre 10 anni tutela psicologica e giuridica a sostegno delle persone vittime di violenza. Maria Luisa ci racconta che il 95% dei casi di violenza riguarda le donne, per questo simboli come la panchina rossa diventano importanti, perché ci permettono di non dimenticare questa piaga che affligge la nostra società. Vedere ogni giorno quella panchina fa sì che possiamo ricordare che i primi nemici da combattere in questa comune battaglia sono la solitudine e l’isolamento. I carnefici tendono ad isolare le proprie vittime, che avranno sempre più difficoltà a chiedere aiuto. Porgiamo sempre una mano verso l’altro, aguzziamo l’orecchio per sentire il grido di aiuto di coloro che non hanno forza e voce per esternarlo.
Consapevolezza: una delle parole ripetuta più frequentemente quest’oggi. Il 25 novembre come giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita per aumentare la consapevolezza, per amplificare la voce e unirci in un unico grido: "Basta!".
È la consigliera provinciale alle Pari opportunità Barbara Di Natale che, sedendosi a terra dinnanzi ai bambini, elenca quattro parole, quattro punti cardine per contrastare la violenza: informazione, sensibilizzazione, conoscenza, consapevolezza.
Partendo da loro, dai bambini, da coloro che sono speranza e futuro, sogniamo che si fermi al più presto questa macchina del sangue.
Anche Nadia Rossi, consigliera regionale, si rivolge direttamente ai più piccoli presenti in sala. Sono 104 le vittime di femminicidio in Italia in questi 11 mesi del 2022. Una ogni 3 giorni. Sono dati terrificanti.
Nadia guarda negli occhi i ragazzi delle scuole medie: “Una donna ogni sette è vittima di violenza. Questo vuol dire che tra di voi, tra le vostre compagne, ci potrebbero essere future vittime. Pensate alle vostre madri, alle vostre sorelle, alle vostre amiche. Una ogni sette.” Invita i ragazzi e le ragazze all’ascolto, all’aiuto del prossimo, perché “nessuno venga lasciato solo”. Descrive dinamiche quotidiane di violenza per lo più psicologica, e sgorgano lacrime dagli occhi di molti presenti.
La sala rompe il silenzio solo con il rimbombo degli applausi, per tornare in muto ascolto all’intervento successivo.
È Francesca a concludere: la panchina rossa è un simbolo che ci permetterà di ricordare ogni giorno il nostro compito di contrasto alla violenza sulle donne.
Bisogna lottare insieme, nel rispetto degli altri, tagliando i fili di chi vuole manipolare noi o le persone vicine a noi.
Non possiamo sentirci in pericolo con chi dovrebbe solo amarci.
Donna non è danno, ma dono. E come tale va custodito, tutelato, protetto.