Perseguita i vicini, donna obbligata a curarsi presso una struttura terapeutica
Una 53enne verso il proscioglimento per totale incapacità di intendere e volere

Totalmente incapace di intendere e di volere: così Renato Ariatti, il consulente tecnico nominato dal Gip, ha definito al termine della sua perizia una 53enne residente a Cattolica, indagata per atti persecutori nei confronti dei suoi vicini, una famiglia formata da padre, madre e due figli, che nel 2019 si era trasferita in Riviera, finendo ben presto nell'incubo. (Vedi notizia). La 53enne infatti di notte produceva rumori molesti, battendo su soffitto e pareti con un manico di scopa, poi era passata a insulti e minacce. In più utilizzava delle telecamere per riprendere i malcapitati vicini, mentre si trovavano all'ingresso di casa o in giardino.
Il gip era intervenuto, accogliendo le richieste del legale della famiglia, l'avvocato Massimo Melillo di Misano Adriatico, disponendo un articolato divieto di avvicinamento all'abitazione delle persone offese e ai luoghi frequentati abitualmente dalle stesse. Divieto anche di frequentare le aree condominiali in comune, salvo per necessità; di produrre rumori molesti e anche di seguire con lo sguardo i componenti della famiglia. Ora, a seguito della perizia, il gip ha disposto la misura di sicurezza della libertà vigilata, con l'obbligo di residenza e cura presso una struttura terapeutica. La 53enne, dichiarata incapace di intedere e di volere, risulta quindi non imputabile: a fine marzo si terrà l'udienza preliminare, nella quale il gup disporrà il non luogo a procedere per l'indagata, che sarà seguita da un medico psichiatra e dagli assistenti sociali. I suoi progressi, nel percorso terapeutico di cura, saranno valutati ogni semestre.