Imprenditrice riminese ingiustamente accusata di ricettazione per uno smartphone rubato

La verità emersa dopo due anni e mezzo di battaglia legale

A cura di Redazione Redazione
08 marzo 2023 15:49
Imprenditrice riminese ingiustamente accusata di ricettazione per uno smartphone rubato - Foto di repertorio
Foto di repertorio
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Dopo aver regolarmente acquistato uno smartphone su Amazon, si è ritrovata a processo, accusata di ricettazione per il possesso di quel telefono, che le è stato quindi sequestrato per due anni e mezzo, il tempo del procedimento penale che si è concluso con l'assoluzione a formula piena. La disavventura ha avuto per protagonista una 40enne riminese, imprenditrice, difesa dall'avvocato Gianluca Brugioni.

La donna acquistò uno smartphone Huawei su Amazon nel novembre 2019, pagando con la carta di credito del marito. Per sua sfortuna, l'8 marzo 2020 una donna a Pistoia fu derubata di uno smartphone identico per marca e colore, con un codice Imei coincidente per 14 cifre, diverso invece per l'ultima. Nonostante tutto la 40enne si è ritrovata indagata per ricettazione, dall'ottobre 2020, si è vista sequestrare il telefono, consegnato alla donna derubata, e infine è stata processata, dopo essersi opposta, tramite il suo legale, a un decreto penale di condanna. Davanti al giudice ha esibito prove del pagamento e anche la confezione dello smartphone, fortunatamente conservata. La Procura ha chiesto l'archiviazione e l'imputata è stata assolta perché il fatto non sussiste. 

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