Superbonus, bilancio agrodolce per Rimini: 'Boom di domande, ma tanti incagli e intoppi'

Assessore Frisoni: 'ora imprese che non riescono più ad avanzare con i cantieri e famiglie che non riescono a dare seguito agli impegni presi"

A cura di Redazione Redazione
15 marzo 2023 12:06
Superbonus, bilancio agrodolce per Rimini: 'Boom di domande, ma tanti incagli e intoppi' - Roberta Frisoni
Roberta Frisoni
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Lo stato di fatto dell’edilizia nazionale e locale alla luce del Superbonus e il futuro del comparto e del rinnovamento in chiave green del patrimonio edilizio della città sono state al centro del Consiglio Comunale tematico che si è riunito ieri sera (martedì 14 marzo). Un confronto sulle criticità attuali e sulle prospettive future, che ha visto anche la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni di categoria e degli ordini professionali: Marco Polazzi (Cna Rimini), Gianluca Capriotti (Confartigianato imprese), Meris Montemaggi (Ordine dei commercialisti), Ulisse Pesaresi (Ance Romagna) e Massimo Giorgetti (Rete professioni tecniche di Rimini). L’argomento era al centro dell’ordine del giorno presentato dal consigliere Andrea Bellucci, approvato con 18 voti favorevoli e 8 contrari (in allegato la proposta).  

L'assessore Roberta Frisoni ha esordito con una riflessione sul Superbonus. Le distorsioni che si sono prodotte hanno generato "incagli e intoppi" con "ricaduta sui territori, con imprese che non riescono più ad avanzare con i cantieri e famiglie che non riescono a dare seguito agli impegni presi".

"Il Bonus 110 – evidenzia Frisoni – è nato nel pieno periodo pandemico per dare una scossa all'economia". I risultati nel territorio riminese non sono mancati: "Grazie al combinato disposto tra bonus nazionali e gli incentivi introdotti nel nostro Rue si è registrata  una importante mole di interventi di riqualificazione dell’esistente a carico dei privati. Solo nel 2022 sono state oltre 1.300 le domande per le agevolazioni e in particolare la ripresa dei cosiddetti interventi di sostituzione edilizia, cioè di demolizione dei immobili datati per poi essere ricostruiti".

Ma sono emersi i limiti della misura: "Sono stati trasferiti o scontati in fattura quasi 111 miliardi di euro di bonus tra il 2020 e 1° marzo scorso. Equivalente, più o meno, a 4-5 manovre finanziarie". E a fronte della grossa mole di risorse messa in gioco, il numero degli interventi "è stato abbastanza circoscritto". Infatti, secondo dati pubblicati da "Il Sole 24 ore", a fronte di 8 milioni di edifici residenziali in Italia di classi energetiche G e F, sono state solo 385.000 le riqualificazioni asseverate tra condomini, villette e unità indipendenti. "Per non parlare delle irregolarità e degli illeciti, che necessitano una forte attività di controllo", aggiunge Frisoni. Secondo l'assessore, sono mancati "necessari correttivi per ridurne il peso a carico dei conti pubblici e limitare gli effetti distorsivi che ha generato nel mercato", in riferimento al boom dei prezzi sulle materie prime. E ora l'Unione Europea ha approvato il primo testo della direttiva sulla riqualificazione obbligatoria degli edifici per una miglior prestazione energetica: in Italia quasi 2 milioni di immobili richiedono interventi. "È evidente che la traiettoria è quella di aggredire il settore che, insieme ai trasporti, è quello maggiormente energivoro e su cui è indispensabile intervenire se si vuole perseguire una reale transizione ecologica delle nostre città”, chiosa Frisoni. 

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