Anziano sposa la badante e le lascia eredità: il figlio perseguita la matrigna e viene condannato

Condanna di primo grado per tre capi di imputazione, ma anche otto assoluzioni

Interno Tribunale di Rimini

Un 68enne di origine riminese, residente all'estero, è stato condannato a un anno e 5 mesi di reclusione, oltre al versamento di una provvisionale di 4000 euro, nel processo che nasce da un'accesa disputa ereditaria. L'uomo e il fratello sono stati denunciati dalla seconda moglie del padre, una 74enne originaria dell'Est Europa, che prima aveva operato come badante presso l'anziano, conosciuto nel 2004, per poi sposarlo con rito civile nel 2016, quando lui era un 89enne, un anno prima della sua morte, avvenuta nel 2017. Per il 68enne, difeso dall'avvocato Pasquale Delli Paoli, è arrivata così condanna in primo grado per tre capi di imputazione riguardanti i reati di lesioni personali e violenza privata, ma anche otto assoluzioni, perché il fatto non sussiste, per altri reati: estorsione, atti persecutori, sequestro di persona, calunnia. Il processo che vede imputato il fratello del 68enne proseguirà invece il 26 aprile. 

La tensione esplose nel 2015, quando la 74enne, lamentando di non essere stata pagata, presentò un conto di 100.000 euro ai figli, residenti all'estero. La famiglia contestò la richiesta, perché, a loro dire, lei non aveva svolto mansioni regolari da badante, ma era stata sostanzialmente ospitata dal loro genitore. L'anziano allora la nominò erede testamentaria, presentando un certificato medico in cui si attestava la sua piena capacità di intendere e di volere, fatto contestato dai figli, vista la demenza senile di cui soffriva, diagnosticata e certificata. Tuttavia, a far salire ulteriormente la tensione fu quanto avvenuto nel 2016: la 74enne e l'anziano convolarono a nozze con rito civile, all'insaputa dei figli; e quando quest'ultimi tornarono a trovare il padre, in occasione delle festività di Pasqua, vennero a sapere del matrimonio dalla matrigna, che si rifiutò di farli entrare in casa, tanto più che dovettero intervenire i Carabinieri. I figli scoprirono che il padre aveva co-intestato il conto corrente alla donna e quest'ultima aveva prelevato 85.000 mila euro sui 144.000 depositati: le chiesero di restituirli, fatto che la donna ha denunciato, portando al capo di imputazione per estorsione, dal quale il 68enne è stato assolto. 

Alla morte dell'anziano capofamiglia, ci fu un altro momento di conflittualità tra le parti: l'inventario dei beni in casa. La 74enne incaricò la figlia, ma scoppiò un litigio che si concluse al pronto soccorso per la donna, per il 68enne e il fratello: volarono infatti suppellettili e il 68enne intervenne energeticamente sulla figlia della badante per bloccarla. Un'azione che ha determinato l'accusa, dalla quale è stato assolto, di sequestro di persona. Le diverse diatribe sono comunque sfociate nei procedimenti penali, con la vedova che ha denunciato di aver subito persecuzioni dai figli e anche di essere stata picchiata in alcune circostanze, allegando alla denuncia dei referti medici. 

La disputa giudiziaria non è però ancora finita. Da una parte l'avvocato Delli Paoli ha annunciato ricorso in appello per il suo assistito, sottolineando l'esigua condanna riportata in primo grado e le diverse assoluzioni (il Sostituto Procuratore Ercolani aveva chiesto condanna a 5 anni, considerando per i capi di imputazione il minimo della pena); dall'altra c'è il processo di primo grado al fratello. Inoltre la stessa 74enne è a processo per lesioni, appropriazione indebita e circonvenzione di incapace: i fratelli infatti hanno voluto vederci chiaro sul testamento e accusano la donna di aver messo le mani su ogni bene del loro genitore. "Non c'è rimasta neanche una foto", lamentarono. I figli hanno denunciato la 74enne anche per omicidio colposo, sostenendo che il padre soffrisse di denutrizione e che la sua alimentazione fosse trascurata. Anche qui la controparte ha dato versione diametralmente opposta: era l'anziano marito a mangiare poco. 

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