Rimini capitale della cultura, oltre cento candidati per i ruoli di direttore artistico
Ne saranno scelti tre: a breve al via i colloqui


Oltre cento le candidature arrivate al Comune di Rimini per le tre cariche di direttore artistico del team che lavora alla candidatura della città a capitale italiana della cultura 2026. La commissione ha già iniziato a vagliare le posizioni: verranno valutati i curricula, l'esperienza professionale maturata e quindi i progetti ideati e realizzati, i titoli di master posseduti, le pubblicazioni. E in più anche la lettera motivazionale richiesta al momento della selezione avrà un peso sulla decisione. L’inizio dei colloqui è in programma dopo le festività di Pasqua, in modo da arrivare entro la fine del mese ad ufficializzare l’ingresso di queste tre professionalità nella squadra di lavoro. La commissione giudicatrice è invece composta da Paolo Verri consulente di supporto per l’elaborazione del dossier di candidatura, Valentina Ridolfi, coordinatrice del Piano Strategico di Rimini e Marco Leonetti, responsabile della Cineteca comunale di Rimini e del Museo Fellini.
Le figure sono state cercate per tre precisi ambiti: la valorizzazione e promozione del patrimonio culturale, la produzione culturale e la produzione e divulgazione della cultura scientifica e tecnica e della produzione partecipata di contenuti legati al settore "Scienza Tecnologia Ingegneria Arte Matematica".
Il progetto di candidatura di Rimini a capitale italiana della cultura 2026 ruota invece attorno a un dossier che raccoglierà il progetto culturale, gli obiettivi, l’organigramma, la valutazione di sostenibilità economica di Rimini capitale italiana della cultura.
“Abbiamo superato quota cento candidature, un risultato che ci rende orgogliosi – sottolinea il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad – e che conferma come l’idea di proporre la nostra città come capitale italiana della cultura sia una sfida credibile, oltre che molto stimolante. Passo dopo passo dunque andiamo a definire una squadra di lavoro che sappia tenere insieme la conoscenza profonda della nostra identità e del nostro patrimonio, alle competenze nazionali e allo sguardo internazionale”.