Inchiesta Acquarena e Tecnopolo, sei condanne: ma non c'è stata truffa

L'indagine scaturì dalla denuncia dell'allora assessore ai lavori pubblici Roberto Biagini

A cura di Redazione
04 aprile 2023 13:19
Inchiesta Acquarena e Tecnopolo, sei condanne: ma non c'è stata truffa - Foto di repertorio
Foto di repertorio
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La lunga indagine della Guardia di Finanza su Acquarena e Tecnopolo si è conclusa in primo grado questa mattina (martedì 4 aprile), in Tribunale a Rimini, con sei condanne. La richiesta di risarcimento da parte della regione Emilia Romagna è stata invece respinta. 

L'inchiesta, partita 8 anni fa dalla denuncia dell'allora assessore ai Lavori Pubblici, Roberto Biagini, discostatosi politicamente dalla maggioranza della Giunta Gnassi, ha visto indagate 18 persone per irregolarità nella gara e nei verbali di consegna dei lavori di due opere pubbliche, il Tecnopolo e la piscina Acquarena, mai realizzata.

A processo erano finiti, nel 2019, dipendenti comunali, imprenditori, tecnici e professionisti che dovevano rispondere a vario titolo di turbativa d'asta e falso in verbale di gara per l'appalto di Acquarena, di falso in atto pubblico e falso ideologico per il Tecnopolo.  Un dirigente del Comune di Rimini doveva rispondere anche di truffa per un finanziamento da 1 milione e 300.000 euro che il Comune avrebbe dovuto ricevere dalla Regione: è stato assolto da tutte le accuse, compresa quest'ultima. Assolto anche il responsabile dell'ufficio gare della società che vinse la gara d'appalto per Acquarena, difeso dall'avvocato Samuele De Sio. 

LE CONDANNE Per l'appalto Acquarena condanna a un anno e 9 mesi per turbativa d'asta e falso in verbale di gara per il titolare di una società di consulenza, per il vice direttore di una filiale emiliana di un istituto bancario e il rappresentante della società che avrebbe dovuto realizzare Acquarena. Sono stati anche condannati in solido a risarcire il Comune di Rimini con un quantum da stabilire in causa civile.

Per il Tecnopolo, le condanne sono state di 8 mesi di reclusione per un dipendente del Comune di Rimini, direttore dei lavori per il cantiere, per un assistente dei lavori e per il direttore tecnico responsabile del cantiere. Per loro le accuse erano di falso in atto pubblico e falso ideologico per l'ultimazione dei lavori.

Gli indagati sono stati invece tutti assolti per le false certificazioni e relazioni di collaudo. 

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