Nba, chi sono stati i migliori italiani della lega americana

La lista degli azzurri che sono riusciti a coronare il sogno di un’intera vita

Foto di repertorio

Per alcuni è stato il sogno di una vita, per altri è stato quasi per caso raggiungere determinati obiettivi, ma l’NBA, invece, è il desiderio di tutti, o quantomeno di chiunque abbia giocato a basket a certi livelli, anche in Italia. Chi cresce sognando di diventare giocatore non può esimersi dall’immaginarsi con una canotta di una qualche franchigia del campionato di basket più importante del mondo.

Nei primi anni della lega, l’accesso era praticamente riservato ai soli giocatori statunitensi. Poi, man mano che passavano le stagioni, hanno iniziato ad arrivare anche giocatori dei paesi limitrofi agli USA, mentre per l’Europa c’è stato da aspettare un po’ di più, ma il cestista che più di ogni altro ha aperto le porte a chi arrivava dal Vecchio continente è Drazen Petrovic.

Con la Jugoslavia è stato campione del mondo e d’Europa e appena arrivato in NBA non ci mise molto prima di far vedere il suo immenso talento. Ancora oggi viene celebrato come uno dei migliori cestisti europei di sempre e il Museo di Zagabria a lui dedicato è la testimonianza di quanto fosse stato importante per tutti i giocatori del nostro continente.
E dire che lui non fu neanche il primo a sbarcare nel campionato statunitense, preceduto dall’islandese Petur Gudmundsson che, per riprendere le sue parole, quando fu chiamato con la scelta numero 61 del Draft del 1981 dai Portland Trail Blazers, raggiunse la Luna, non l’America.

Certo, non è stato il miglior giocatore europeo della lega, così come forse non lo è stato Petrovic, data la sua breve esperienza negli States per via del tragico incidente che lo potrò via a soli 28 anni. Ma da quel momento in poi cambiò tutto, per l’Europa e per la stessa NBA che, dopo aver avuto il croato, si convinse del potenziale che potevano avere i giocatori che arrivavano dall’altra parte dell’Oceano Atlantico.
E ciò finì per riguardare anche gli italiani, che iniziarono a trovare spazio tra le fila delle squadre della lega. Di seguito, la lista degli azzurri che riuscirono a coronare il sogno di un’intera vita.

La lista dei giocatori italiani in NBA

Il primo ad esordire nel campionato di basket più importante del mondo, escludendo Mike d’Antoni che già proveniva dal contesto americano, è Stefano Rusconi, che nell’estate del 1995 tentò il grande salto venendo chiamato dai Phoenix Suns. Per lui, purtroppo, le cose non andarono come sperato, complici alcuni problemi di ambientamento, che alla fine gli fecero fare ritorno in patria dopo appena sette presenze e otto punti a referto.

Dopo l’ex Treviso, toccò a Vincenzo Esposito che, dopo il passaggio sfumato ai Cleveland Cavaliers, firmò per i Toronto Raptors. Per lui 30 presenze e 116 punti con la maglia dei canadesi, compresi i 18 che mise contro i New York Knicks al Madison Square Garden, sua miglior prestazione nel campionato d’Oltreoceano.

Poi fu il turno di Travis Diener e Alex Acker, naturalizzati italiani tramite matrimonio, mentre nel 2006 arrivò in America il primo azzurro di sempre a riuscire ad imporsi realmente in NBA: Andrea Bargnani. Chiamato con la numero uno assoluta al Draft di quell’anno (che peraltro gli valse il titolo di primo giocatore europeo chiamato con la prima scelta della storia della lega), il Mago, questo il suo soprannome, visse le sue stagioni migliori con la maglia dei Toronto Raptors. Dopo una partenza a rilento, il romano iniziò ad ingranare e ad inserirsi nel contesto della squadra, facendo registrare ottime prestazioni. Le sue abilità a rimbalzo e le sue doti realizzative, del resto, le aveva sempre evidenziate, e così fu anche in Canada, dove diventò persino capitano dopo la partenza di Chris Bosh. Purtroppo per lui, la sua ascesa in NBA fu frenata da tanti infortuni che alla fine lo portarono prima fuori dal giro, fino al rientro in Europa e, infine, il definitivo ritiro, avvenuto nel 2018.

Nel 2007 un altro italiano raggiunse Bargnani dopo che i due si erano affrontati nel campionato nostrano: Marco Belinelli. I primi anni furono molto difficili, poche presenze e tante difficoltà ad inserirsi. Poi, però, la svolta: il passaggio a San Antonio. Con Gregg Popovich, il bolognese trova il suo posto e per lui iniziarono tante belle soddisfazioni in una squadra che peraltro poteva contare sul trio Tony Parker, Manu Ginobili e Tim Duncan. Insieme a loro vincerà il titolo della stagione 2013-14, togliendosi altresì lo sfizio di aggiudicarsi la gara dei tiri da tre all’All Star Game di quello stesso anno.
Un altro che è riuscito a ben inserirsi nel contesto americano è Danilo Gallinari, chiamato con la sesta scelta assoluta dai New York Knicks di Mike d’Antoni. Per lui tante presenze, tanti punti, ma altrettanti infortuni, che comunque non gli hanno impedito di restare nel giro della lega dove ancora oggi gioca, seppur infortunato dall’estate scorsa, con i Boston Celtics.

Decisamente diversa, invece, l’esperienza Oltreoceano di Gigi Datome. Nel 2013 passò ai Detroit Pistons, dove però trovò pochissimo spazio. Un po’ meglio a Boston, con cui arrivò a segnare 22 punti in una partita. Nel 2017, fece il suo esordio nella lega anche Ryan Arcidiacono, italo-statunitense che oggi gioca con Portland.
Nel 2019 fu il turno di un altro perno della Nazionale italiana insieme a Datome, Niccolò Melli. In NBA non ha trovato tantissimo spazio e dopo due stagioni, passate tra New Orleans e Dallas, fece rientro in Italia firmando per Milano dove tuttora gioca.
Il 2020 fu invece l’anno di Nico Mannion, anche lui italo-americano, e che dopo una breve parentesi con Golden State e la sua squadra di G-League, scelse di sbarcare in Italia accordandosi con la Virtus Bologna.

E ora arriviamo all’estate scorsa, dove sono stati chiamati ben quattro italiani: due non hanno ancora giocato preferendo restare in Europa prima di fare il grande salto e sono Gabriele Procida e Matteo Spagnolo, mentre gli altri sono Simone Fontecchio, che ha finito in crescendo la sua prima stagione in NBA con gli Utah Jazz, e Paolo Banchero, anche lui italo-statunitense, scelto alla prima chiamata del Draft 2022 dagli Orlando Magic come da copione (tra l'altro le quote sul basket lo davano tra i favoriti insieme a Chet Holmgren) con cui ha ben figurato diventando subito uno dei leader della squadra.
Tra gli altri italiani in NBA che però (come Procida e Spagnolo) non hanno mai fatto il loro debutto in campionato troviamo Dino Meneghin, Augusto Binelli, Riccardo Morandotti e Alessandro Gentile.

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