Morì nel bar cadendo dalle scale: titolari condannate per omicidio colposo

Gli inquirenti evidenziarono l'assenza di corrimano e pianerottolo che separasse la scalinata dalla porta

A cura di Redazione Redazione
17 aprile 2023 15:26
Morì nel bar cadendo dalle scale: titolari condannate per omicidio colposo - Tribunale di Rimini (repertorio)
Tribunale di Rimini (repertorio)
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La sera del 15 giugno 2018 perse la vita cadendo dalle scale dello scantinato di un bar di Rimini: per la morte della donna, una 62enne di nazionalità rumena, sono state condannate le due gestrici del locale, una 58enne italiana e una 42enne di nazionalità straniera. Oggi (lunedì 17 aprile) la giudice Adriana Cosenza ha letto il dispositivo della sentenza, che condanna per omicidio colposo in concorso le due imputate, difese dell'avvocato Giovanna Ollà, a 5 mesi e 10 giorni di reclusione, oltre a un risarcimento di 225.000 euro per i danni non patrimoniali, coperto dall'assicurazione, mentre quelli patrimoniali dovranno essere pattuiti in un'eventuale causa civile. Il compagno della 62enne, che quella sera si trovava all'esterno del bar, si era costituito parte civile, attraverso l'avvocato Cristiano Basile.

La vittima dell'incidente, quella sera, stava cercando il bagno sul retro del locale, ma dopo aver attraversato un breve corridoio buio entrò nella porta dello scantinato, utilizzato dalle imputate come magazzino, e cadde dalle scale, battendo la testa. Gli inquirenti evidenziarono l'assenza di un corrimano e di un pianerottolo che separasse la scalinata dalla porta, inoltre, secondo l'accusa, sarebbe stata opportuno non rendere accessibile quella parte di locale, o comunque predisporre un'adeguata segnalazione (sulla porta c'era comunque la scritta "magazzino"). Per la difesa fu invece una tragica fatalità: le titolari erano impegnate a servire i clienti e la 62enne, per errore, aprì la porta dello scantinato. Il bagno era comunque adeguatamente segnalato, sottolineano le tesi difensive.

"Una sentenza equilibrata dal punto di vista sanzionatorio – riconosce l'avvocato Ollà – e da questo punto di vista possiamo ritenerci moderatamente soddisfatti. Leggeremo le motivazioni della sentenza, ma credo che ricorreremo in appello".

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