Rimini, rallenta l'inflazione. Ma boom prezzi dei generi alimentari e bollette gas luce ancora pesanti
I dati Istat analizzati dalla Camera di Commercio Romagna

Rallenta l’inflazione nei primi tre mesi dell’anno nelle due province di Forlì-Cesena e Rimini, grazie alla decelerazione dei prezzi dei beni energetici; beni, comunque, ancora caratterizzati da un’alta variazione, sebbene non assolutamente paragonabile con quella dello scorso anno, visibile soprattutto nel confronto con gli altri capitoli di spesa, risultanti tutti in aumento.
Diversità nei due territori di riferimento, con Forlì-Cesena che fa segnare aumenti superiori a quelli regionali e nazionali e Rimini con variazioni altrettanto positive ma inferiori agli incrementi registrati in Emilia-Romagna e Italia. Queste, in sintesi, le principali dinamiche che emergono dall’analisi degli indici Istat dei prezzi al consumo per i capoluoghi di Forlì e Rimini ed estendibili alle relative province, elaborate dall’Ufficio Informazione Economica della Camera di Commercio della Romagna.
FOCUS PROVINCIA DI RIMININei primi tre mesi del 2023 la variazione media dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per l’intera collettività (Nic) per il capoluogo di Rimini (estendibile all’intera provincia), rispetto a gennaio-marzo 2022, è stata pari a +8,5%, inferiore a quella regionale (+8,7%) e nazionale (+8,9%); il trend mensile risulta decrescente, partendo dal +9,7% annuo di gennaio, proseguendo col +8,8% di febbraio e arrivando al +6,9% di marzo (Emilia-Romagna: +7,3%, Italia: +7,6%). Si constata, pertanto, il progressivo rallentamento dei prezzi, già visibile verso fine anno scorso, dopo un 2022 contraddistinto da incrementi molto elevati dell’inflazione, col mese di ottobre arrivato addirittura a segnare +12,2% in termini tendenziali.
Nel confronto con le altre province emiliano-romagnole, nella classifica decrescente, Rimini si colloca al sesto posto per ciò che riguarda la variazione media tendenziale gennaio-marzo (dopo Ravenna, Modena, Forlì-Cesena, Bologna e Ferrara); settima posizione, invece, riguardo alla variazione annua nel mese di marzo (dopo Ravenna, Modena, Bologna, Forlì-Cesena, Ferrara e Piacenza).
Sulla base delle divisioni di spesa, il maggior incremento medio tendenziale dei prezzi (periodo gennaio-marzo 2023) riguarda il gruppo “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (+24,8%), all’interno del quale spicca in modo evidente la voce “elettricità, gas e altri combustibili” (+40,7%); questa, che rappresenta la principale componente del forte incremento dei prezzi nell’anno precedente, con l’aumento “storico” nel mese di ottobre (+145,9%), risulta essere in decisa diminuzione, arrivando a segnare un +16,0% nel mese di marzo.
A seguire, in termini di variazione media gennaio-marzo 2023-2022, troviamo le seguenti divisioni di spesa: “prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+12,8%), “mobili e articoli per la casa” (+8,0%), “ricettività e ristorazione” (+6,4%), “bevande alcoliche e tabacchi” (+4,6%), “trasporti” (+4,5%), “abbigliamento e calzature” (+4,2%), “istruzione” (+3,6%), “ricreazione, spettacoli e cultura” (+3,4%), “servizi sanitari e spese per la salute” (+1,6%) e “comunicazioni” (+0,3%).
L’inflazione acquisita per il 2023, cioè la variazione media dell’indice nell’anno ipotizzando che l’indice stesso rimanga, nei mesi successivi, al medesimo livello dell’ultimo dato mensile, risulta essere del +4,1%.
In ultimo, la variazione media dei primi tre mesi del 2023, rispetto al periodo gennaio-marzo 2022, dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per famiglie di operai e impiegati (FOI) per il capoluogo riminese, e quindi per la provincia in generale, è pari a +7,8% (marzo: +6,4%).