Rimini Calcio: 'Il grande nervosismo', le medaglie sul petto e il senso di questa stagione

Il termometro in casa Rimini scotta e non per l'attesa dei playoff

A cura di Redazione Redazione
25 aprile 2023 09:03
Rimini Calcio: 'Il grande nervosismo', le medaglie sul petto e il senso di questa stagione - Un momento della gara del Neri tra Rimini ed Entella
Un momento della gara del Neri tra Rimini ed Entella
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di Riccardo Giannini

Il Rimini chiude la regular season al decimo posto, forse al nono in caso di nuova penalizzazione al Siena. Un grande risultato o un risultato al di sotto delle attese? Personalmente, pur attribuendo una (meritata) sufficienza al Rimini come voto finale, propendo per la seconda: 11 punti di distacco dall'Ancona, 13 dal Pontedera, 14 dal Gubbio e 15 dalla Carrarese sono tanti, troppi. 

I playoff certamente potrebbero costituire una forma di riscatto. Partite in cui dimostrare che non c'è quel distacco in termini di punti, prendendo ad esempio il Milan e il confronto di Champions League con il Napoli. Tuttavia il termometro in casa Rimini non scotta per l'attesa di questi playoff.

Torniamo infatti alla partita di domenica e vediamo le fotografie del confronto con il Montevarchi.  Un allenatore protagonista – con la squadra – di un girone di ritorno negativo che, al termine di una delle peggiori partite della storia del Rimini in Serie C, festeggia con un gesto bizzarro e inconsueto il decimo posto e il traguardo playoff, raggiunto per una spicciolata di gol segnati in più (praticamente grazie alle due vittorie dell'andata contro Vis Pesaro e Olbia). Il presidente che mormora in tribuna contro gli applausi sportivi e meritati a un Montevarchi che ha onorato la sua presenza in C fino all'ultimo.  I giocatori sfiduciati, forse con poche motivazioni, finanche stizziti per le critiche. I tifosi ai ferri corti  con l'amministrazione comunale Sadegholvaad.  Altroché "La grande bellezza", tanto per rimanere in tema di citazioni cinematografiche care ai tifosi della Curva Est del Rimini: a Rimini il titolo giusto è "Il grande nervosismo"

Ma da dove nasce questo nervosismo? Da un inizio di stagione brillantissimo e dal successivo (fisiologico) calo di prestazioni sul campo, che ha fatto perdere certezze, dopo aver cullato la dolce illusione di essere l'underdog del girone? Dalla preoccupazione in società per lo scarso sostegno finanziario della città e quindi per il futuro? Dal rammarico per aver conquistato un decimo posto per inerzia, invece che con una rosa più giovane e con gli under che avrebbero portato nelle casse biancorosse preziosi contributi economici?  Si è rotto qualcosa nello spogliatoio?  

Di sicuro, per ciò che concerne quest'ultimo punto, oggi lo possiamo dire con certezza, la rosa del Rimini è troppo ampia e questo è stato un errore. Dopo il mercato di gennaio Gaburro ha allenato 20 giocatori over: gli stessi del Cesena, due in più del Siena, quattro in più della Lucchese, cinque in più dell'Ancona, sei in più del Gubbio, sette in più della Recanatese, undici (!!) in più del Pontedera. Quando poi si escludono giocatori dalla formazione titolare si crea del malcontento. Gaburro ha gestito bene l'organico? Il mister è una persona intelligente e sono sicuro che dentro di sè è il primo a fare autocritica. Il paradosso è che nonostante la rosa extralarge, il Rimini si sia ritrovato tra novembre e dicembre a soffrire di numerose assenze, perdendo punti e certezze.  Abbiamo comunque sempre sostenuto che il Rimini avesse bisogno di under per ragioni economiche o per ragioni di "freschezza" e vigore in campo. Ma non solo. Gli under sono preziosi perché possono ruotare più facilmente: e gli over, in numero minore, sono più coinvolti e più responsabilizzati in ruoli apicali.  

Ecco, forse per stemperare questo grande nervosismo, non sarebbe una sconfitta alzare il braccio e riconoscere gli errori. Li hanno fatti tutti: società, allenatore, direttore sportivo, giocatori. Paradossalmente in certi momenti ho avuto l'impressione che in via XX Settembre 1870, a volte, ci sia rifugiati in un comodo "scaricabarile".  E invece servirebbe più autocritica, più serenità nelle valutazioni. Tutto ciò, a mio modo di vedere, potrebbe rasserenare l'ambiente, in vista di un'estate in cui servirà calma, pazienza, oculatezza sul mercato e anche un po' di credito da parte dei tifosi: e qui torno alla domanda con la quale ho aperto questo editoriale. 

Il decimo posto, il miglior campionato in C del Rimini degli ultimi dieci anni, la salvezza, i playoff non sono medaglie da mettersi al petto: ma semplicemente un foglio di credito, firmato, da presentare ai tifosi e alla piazza per chiedere un po' di pazienza, per permettere alla società di correggere i propri errori, di crescere attraverso quegli errori.

È questo il senso di una stagione che altrimenti rischia di diventare solamente un inutile psicodramma. 

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