Lite tra automobilisti: 50enne finisce in tribunale dopo una brutale aggressione
Il drammatico epilogo di un sorpasso azzardato sulla statale Ancona-Perugia


A seguito di un sorpasso azzardato si confrontarono in maniera animata, ma uno dei due, un 50enne residente a Gubbio, aggredì in maniera brutale la controparte, un 62enne riccionese molto noto per ricoprire un ruolo di vertice nella Federazione Italiana Motociclismo. La vicenda è finita in Tribunale e ora il 50enne deve rispondere di lesioni gravissime, con l'aggravante di aver provocato uno sfregio permanente. La sentenza è attesa per il 21 settembre prossimo.
I fatti avvennero nell'aprile 2022 lungo la statale Ancona-Perugia, all'altezza di Casa Castalda. Tutto partì un sorpasso azzardato fatto dal 50enne, alla guida di una Mini, a danno del riccionese. Questi cercò di fotografare l'auto dell'uomo per un'eventuale segnalazione alla Polstrada. Così l'altro automobilista decise di chiedergli un chiarimento. I due si fermarono e a quel punto, secondo quanto denunciato dal riccionese, assistito dall'avvocato Paolo Righi, avvenne l'aggressione. Il 62enne fu colpito con calci violenti tali da riportare la frattura del polso e di due costole, inoltre la sua guancia venne incisa dalla lama di un taglierino, causando uno sfregio permanente sul volto dell'uomo, che fu dimesso dall'ospedale con prognosi di 40 giorni.
Oggi (giovedì 11 maggio) in udienza sono stati sentiti due testimoni ammessi su richiesta della difesa: un conoscente e la suocera del 50enne, che hanno riferito dell'abbigliamento dell'imputato, incontrato poco prima e poco dopo i fatti. “Indossava scarpe da tennis e non anfibi”, in riferimento ai calci sferrati dall'imputato, e un chiodo come giubbotto, con una cerniera nel polsino. Secondo la difesa infatti lo sfregio fu provocato involontariamente proprio da questa cerniera: e il 50enne – questa la versione – si era difeso dall'aggressione del 62enne. La querela presentata dall'eugubino nei confronti del riccionese è stata però archiviata. Ora sarà il giudice a decidere l'esito di questa vicenda con la sentenza di primo grado.