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Lavori al liceo Einstein, alcune classi trasferite all'ex sede Inpdap

Lo ufficializza il consigliere Zamagni: 'Contratto sta per essere formalizzato'

A cura di Redazione
20 maggio 2023 11:08
Lavori al liceo Einstein, alcune classi trasferite all'ex sede Inpdap - Liceo Einstein di Rimini ARCHIVIO
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I lavori di adeguamento sismico del liceo Einstein e il relativo spostamento di dodici classi è conseguenza di un nuovo botta e risposta tra i consiglieri di opposizione Gloria Lisi e Stefano Murano Brunori e Giuliano Zamagni, consigliere comunale e provinciale maggioranza. Quest'ultimo rileva la soluzione individuata dalla Provincia:undici classi saranno ricavate nell'immobile ex sede Inpdap, in via Carlo Alberto Dalla Chiesa, a pochi minuti a piedi dall'ingresso del liceo Einstein. La struttura è gestito da una società pubblica con la quale sono state avviate le trattative, oramai concluse. “Per ciò che riguarda la 12ma classe – spiega Zamagni – qualora la stessa si rendesse effettivamente necessaria al momento della cantierizzazione dei lavori di adeguamento sismico, sono già in corso le valutazioni per individuarne la disponibilità all'interno del Polo scolastico della Colonnella”.

Un passo indietro sulla vicenda. Lo scorso 21 aprile, in consiglio comunale, il presidente della provincia e sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad aveva rassicurato: nessun turno pomeridiano, come si vociferava, per gli alunni delle classi in questione. L'ente ha valutato tre soluzioni al vaglio e ha effettuato tra queste una scelta, che sarebbe stata però comunicata solo completati tutti i passaggi burocratici.

In una nota stampa di ieri (venerdì 19 maggio), Lisi e Murano Brunori hanno sferrato il loro attacco alla maggioranza: dopo un mese,“nessuno ha dato notizie” e neanche risposte formali alle interrogazioni in consiglio comunale. “Mancano pochissimi giorni alla fine della scuola e non abbiamo idea di che fine faranno queste 12 classi. E’ una cosa talmente grave che non voglio aggiungere parole come sdegno e vergogna”, aggiunge Gloria Lisi. 

A stretto giro di posta la risposta di Zamagni:“Il silenzio non significa che non si stia lavorando, anzi a volte è sinonimo di impegno costante per raggiungere l'obiettivo“. Il riserbo era dovuto “alla necessità di formalizzare i passaggi burocratici che richiedono tempi e passaggi legati alla natura degli enti coinvolti e permettere la miglior definizione possibile della trattativa, nel rispetto del soggetto con la quale la stessa si sta svolgendo”. Zamagni accusa così le controparti di“inutili allarmismi”.

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